Rassegna, 22 luglio 2013
Morto lo scrittore Riccarelli
• È morto a 59 anni, dopo una lunga malattia, lo scrittore Ugo Ricciarelli. Nato nel 1954 a Ciriè, in provincia di Torino, da una famiglia toscana, nel 1985 si trasferisce a Pisa, dove lavora all’Ufficio stampa del Comune, continuando a occuparsi di teatro (con Il Teatro del Tè diretto da Claudio Neri ha realizzato Tango delle notti bianche e Garrincha). Nel 2002 arriva a Roma, dove lavora prima nello staff del sindaco Veltroni e poi al Teatro di Roma. Nel 1995 l’esordio Le scarpe appese al cuore (Feltrinelli), cui seguono Un uomo che forse si chiamava Schulz (Piemme 1998) premiato con il Selezione Campiello 1998 e, nella traduzione francese, con il Prix Wizo 2001; poi Stramonio (Piemme 2000 e Einaudi 2009), Il dolore perfetto (Mondadori 2004), forse la sua opera più nota grazie anche al premio Strega; Un mare di nulla (Mondadori 2006), Comallamore (Mondadori 2009).
• L’ultimo romanzo di Riccarelli, L’amore graffia il mondo (Mondadori), è finalista sia al Campiello sia al Grinzane Cavour.
• Nel suo blog amava scherzare sull’essere stato, prima ancora, «addetto stampa al Comune nell’Ufficio stampa più letterario d’Italia, diretto da Athos Bigongiali. Nel 1998, infatti, io vinsi il Selezione Campiello e lui entrò in cinquina al Viareggio». [Baudino, Sta]
• Scrive Paccagnini (Cds): «È soprattutto la strada del romanzo a essere frequentata da Riccarelli: culminata nel 2004 nei premi Strega e Campiello Europeo per Il dolore perfetto (Mondadori), ambientato in una Toscana di tradizioni anarchiche che vede contrapposti due gruppi familiari caratterizzati dalla scelta di nomi che si ripetono nel tempo: Achille, Ulisse, Elena, Nestore per la famiglia più benestante; Libertà, Ideale, Cafiero per la più povera e idealista. Un romanzo che dai moti di Pisacane si porta all’ultimo dopoguerra, in un andamento in cui il tono spesso magico delle opere precedenti si traduce in una sorta di “realismo magico”, al pari d’un continuo incrociarsi di tragico e grottesco».