Rassegna, 18 luglio 2013
Pd diviso sulla sfiducia ad Alfano
• La mozione di sfiducia contro Angelino Alfano per la vicenda kazaka, presentata dal Movimento 5 stelle e da Sel, sarà discussa in Senato dalle 8,30 di domattina. Se fosse votata a scrutinio segreto, il ministro dell’Interno avrebbe poche chances di cavarsela. Ma l’Aula dovrà pronunciarsi a viso aperto, perché così vuole il regolamento. Dunque la sorte di Alfano (e del governo di larghe intese) sostanzialmente dipende da ciò che oggi deciderà l’assemblea dei senatori Pd, il gruppo più numeroso. Scrive Mafri sulla Sta: «Si annuncia una discussione parecchio animata perché una dozzina di renziani sono venuti ieri allo scoperto, sostenendo che la posizione del ministro targato Pdl è “oggettivamente indifendibile”, insomma se ne deve andare o in alternativa andrebbe cacciato. Diversi altri esponenti democratici si sono uniti alla richiesta di dimissioni, da Rosy Bindi a Gentiloni, da Civati ai prodiani Zampa e Gozi, dando a un certo punto la netta sensazione che il partito del premier sia pronto a tutto, pur di scaricare Alfano».
• Da Londra, dov’è andato a incontrare il primo ministro Cameron, Enrico Letta ha difeso senza tentennamenti Alfano. Dalla relazione di Pansa, capo della Polizia, «emerge chiaramente la totale estraneità» del ministro, sostiene il premier. Proprio Pansa ha ribadito ieri che né Alfano né la titolare degli Esteri Bonino sapevano nulla dell’espulsione decretata ai danni di madre e figlia. E la titolare della Giustizia, Cancellieri, ha segnalato che la moglie dell’esule kazako non ha mai chiesto asilo. [Magri, Sta]