Rassegna, 17 luglio 2013
Caso kazako, la freddezza del Senato di fronte ad Alfano
• Racconta Feltri sulla Sta che Alfano «si è alzato davanti all’Aula pochi istanti prima delle diciotto. Serio. Compreso. Con quell’espressione che ha quando è allegro, o preoccupato, o triste, o fiducioso, o annoiato. Dava le istruzioni per l’uso: aprirò le virgolette, chiuderò le virgolette, entro le virgolette ci sono i dettagli, e le considerazioni, e gli sviluppi, e richiuderò le virgolette di cui sopra. Guardava specialmente alla sua sinistra, verso i banchi del Pd, accondiscendente, platealmente severo. C’erano attorno a lui numerosi ministri, Gianpiero D’Alia e Dario Franceschini a un lato, Beatrice Lorenzin all’altro. E prima erano arrivati a salutarlo i colonnelli berlusconiani, Sandro Bondi e Renato Schifani e però era l’assenza del premier e del titolare degli Esteri, Emma Bonino, a risaltare di più. Una relazione durata venticinque minuti scarsi durante la quale non c’è stato un solo applauso, a parte quello finale, di rito, niente di fiammeggiante».