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 2013  luglio 17 Mercoledì calendario

Due fratellini uccisi dalle fiamme, sospetti sul padre • Il liceo Socrate incendiato per vendicare una bocciatura • Meno di 1000 euro per metà dei pensionati • Il razzismo di Calderoli • Cantare in coro fa vivere (e respirare) meglio

 

Rogo 1 Davide e Andrea Iacovone, fratellini di 9 e 12 anni, inghiottiti dal fuoco la mattina di martedì 16 luglio, mentre ancora stavano a letto, nella casa in Val Camonica (Brescia) del padre Pasquale Iacovone, 40 anni, muratore, trovato accanto a loro con ustioni su circa il novanta per cento del corpo. Domenica sera, dopo dieci giorni di vacanza insieme ai figli, Iacovone avrebbe dovuto riaccompagnarli dalla madre, Erica Patti, impiegata di 38 anni, dalla quale si era separato quattro anni fa. Invece li aveva trattenuti un giorno in più. Sospetti proprio sul padre, che non si rassegnava alla separazione, non accettava che i figli vivessero con l’ex moglie, tre volte aveva tentato di buttare la Patti fuori strada in auto, e più volte l’aveva minacciata: «Ammazzo te e tua madre», «I tuoi figli avranno presto una madre al cimitero e un padre in galera», «L’unico modo di farti del male è fare del male ai tuoi figli». La Patti, da parte sua, l’aveva denunciato almeno una decina di volte per stalking (un processo sarebbe cominciato il 22 ottobre) e da cinque mesi s’era ridotta a vivere con le telecamere piazzate attorno alla casa.

Rogo 2 Le aule del liceo Socrate, incendiate da quattro studenti – due maggiorenni, due non ancora - che volevano vendicare una bocciatura e che ieri mattina si sono costituiti negli uffici della Digos, evitando l’arresto. Mamma, papà e avvocato al seguito, hanno risposto alle domande degli agenti fino in serata. Due di loro hanno diciott’anni, doveva essere l’anno della maturità invece è arrivata la seconda bocciatura. Un altro è stato respinto per la prima volta. Un terzo avrebbe partecipato così, per gioco o «solidarietà» nei confronti degli altri, aderendo all’idea nata sabato scorso sulla spiaggia di Torvajanica. Il gruppetto ha raccontato di aver bevuto: «Eravamo ubriachi». Ora, giurano gli avvocati, la «squadretta» è pentita, disposta a pagare i duecentomila euro di danni e anche a lavorare nel cantiere che dovrà ricostruire il liceo.

Pensionati Sette milioni di pensionati su sedici vivono con meno di mille euro al mese. Quasi la metà. Di questi, oltre due milioni devono accontentarsi di 500 euro. Lo dice la prima relazione annuale del Super-Inps - il gigante del welfare italiano da 377 miliardi di entrate annue, nato dalla fusione con Inpdap (dipendenti pubblici) ed Enpals (sport e spettacolo) (Valentina Conte, Rep)

Oranghi A proposito di Calderoli che ha dato alla Kyenge dell’«orango», Pierluigi Battista fa notare che a differenza di altri casi in cui i politici sono stati paragonati ad animali («topo» a Giuliano Amato, «rospo» a Lamberto Dini, «caimano» a Berlusconi, e così via), buttare la parola «orango» addosso a una donna di colore, per provocare risate e consenso nel contesto di un comizio, non è un animalesco insulto ordinario, è un insulto specificamente razzista. «Lo è storicamente: da sempre nell’iconografia cara al Ku Klux Klan il “negro” è paragonato, o addirittura identificato, a una “scimmia”. Da sempre l’immaginario razzista si nutre dell’immagine del “negro” inferiore come di un sotto-uomo dai tratti scimmieschi: un gorilla, uno scimpanzé. O un orango, appunto. Darwin non c’entra. Non sono i nostri (presunti) progenitori a essere chiamati in causa, ma i nostri antenati che sono restati indietro, che non si sono sviluppati e, schiavi dei più bassi istinti naturali, non sono entrati nello stadio della civilizzazione. “Bingo Bongo” sta sugli alberi, come le scimmie. Nelle edizioni del “gioco dell’oca” dell’epoca fascista, le caselle con i bambini neri raffiguravano esseri umani molto simili a delle scimmiette. Una gaffe, dicono ancora. Un incidente, un’imprudenza, una cosa buttata lì con i freni inibitori allentati. Appunto: quando le inibizioni crollano, le pulsioni si manifestano senza le briglie dell’opportunità e della buona educazione. Esce fuori il profondo, normalmente seppellito sotto strati di autocensura civilizzatrice, di ossequi alle convenzioni. A Calderoli è sgorgato spontaneo il paragone. Non ha detto cane, o orso, o coccodrillo. Ha detto “orango” come l’hanno detto migliaia e migliaia di suoi predecessori che hanno dileggiato, raffigurato, deriso, linciato i neri come “scimmie”» (Pierluigi Battista, Cds).

Cori Cantare in coro allunga la vita, riduce lo stress e ha per l’organismo umano gli stessi benefici di una lunga seduta di yoga. Lo dimostra una ricerca dell’università di Goteborg, in Svezia. Gli scienziati hanno monitorato le reazioni dell’organismo di un gruppo di giovani coristi e hanno fatto una scoperta sorprendente: i loro battiti del cuore si sincronizzano già dopo le prime note. Cantare insieme produce inoltre un effetto calmante molto simile a quello dello yoga, dovuto al controllo della respirazione che il canto lirico non amplificato da microfoni richiede. Bjorn Vichoff, responsabile della ricerca: «Il canto è una forma di respirazione controllata, che in sostanza come lo yoga insegna ai polmoni a respirare meglio». I benefici dovuti a una buona ossigenazione sono numerosi: si riduce lo stress, ci si rilassa, si rafforza il sistema immunitario, si attenua la fatica, si migliora l’umore e si combattono persino gli inestetismi della pelle (Vittorio Sabadin, Sta).

(a cura di Roberta Mercuri)