Rassegna, 16 luglio 2013
Benzina più cara, Zanonato contro i petrolieri
• Come ogni estate, in concomitanza con l’inizio delle ferie degli italiani, il prezzo della benzina è schizzato. La punta massima toccata in questi giorni è di 1,865 euro per litro per la verde. Così il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato ha richiamato le compagni petrolifere: «Basta aumenti del carburante durante la stagione estiva quando il consumo aumenta». Parole che il titolare dello Sviluppo è intenzionato a far seguire da un richiamo formale ai petrolieri. Secondo il Codacons però si tratta di un’iniziativa inutile: «È come chiedere al lupo di non mangiare la pecora», ironizza il presidente Carlo Rienzi, che chiede invece al governo di accertare attraverso la Guardia di Finanza «cosa avviene realmente nella formazione dei listini» per denunciare eventuali speculazioni. [tutti i giornali]
• Rispetto al prezzo medio registrato nei paesi dell’euro, il prezzo della benzina in Italia più alto di 0,204 euro al litro. Colpa anche del prelievo fiscale, cha da noi in media è del 59,1%, superiore a quello europeo di ben 5,4 punti. [Russo, Sta]
• Secondo Federconsumatori i prezzi attuali della benzina sarebbero di 6-7 centesimi più in alto rispetto alla norma. Un sovrapprezzo che comporta per gli automobilisti una maggiore spesa di 84 euro per fare il pieno durante l’anno. Un po’ di conti li ha fatti anche la Coldiretti, che dopo gli ultimi aumenti record dei giorni scorsi è arrivata a conteggiare per 60 litri di verde un esborso pari a 112,62 euro. [Russo, Sta]
• Scrive Agnoli sul Cds: «Ricapitolando: il peso maggiore sul prezzo, come noto, si deve alle accise. Lo Stato non le abbassa, e neanche potrebbe: dove recuperare il gettito mancante? Andiamo avanti: i distributori sono ancora troppi, e si fa sempre poco self. Troppi sono anche gli interessi contrastanti delle categorie, come dimostra l’altro refrain annuale: la minaccia di serrata in periodo di vacanza. Nel passato recente le novità di questo desolante panorama sono state solo due. La prima è stata la campagna Eni (e Esso) che l’anno scorso ha abbassato i prezzi di 10 centesimi al litro, mostrando che qualche margine di manovra esiste, eccome. La seconda ha riguardato il prezzo Platt’s dei prodotti petroliferi. Evocato costantemente dai petrolieri come strumento di mercato neutrale e inappellabile, potrebbe invece essere stato manipolato ad arte, come per i tassi bancari nel caso Libor. Ci sono indagini in corso».