Rassegna, 15 luglio 2013
Le scuse di Calderoli a Kyenge e i precedenti razzisti
• Calderoli ha prima invitato a mezzo stampa il ministro Kyenge a un dibattito sull’immigrazione alla festa della Lega di Bergamo. Poi, in serata, ha telefonato al ministro per scusarsi: «Ci siamo chiariti e ci siamo dati appuntamento in Parlamento per un confronto franco e reale». La Kyenge si limita a far sapere di aver «preso atto» di questa telefonata, anche se non sembra averle dato troppo peso. [tutti i giornali]
• «Io ho un sacco di animali, sa? Alcuni molto strani, che non si potrebbero tenere. Li rispetto molto, per questo li paragono alle persone».
Cioè?
«Guardo Letta e penso a un airone, che con le zampe lunghe riesce a vivere nella palude».
Ne ha anche per Alfano?
«Una rana, che salta di foglia in foglia. La Cancellieri? Un San Bernardo».
Un cane?
«Sì, sempre pacioso, ma quando vuole riesce a mordere. Poi c’è la De Girolamo, una gallina ovaiola».
Senatore...
«Ma non c’è niente di male. Dico così perché ha appena avuto un bimbo e perché si occupa di agricoltura. Niente offese». (Calderoli a Bresolin della Stampa).
• Ricorda Ceccarelli su Rep che «il termine “calderolata” entrò in circolo quando stava per compiersi l’esperienza del terzo governo Berlusconi (2006); e accadde che a causa della “calderolata”, consistente in una specie di ilare strip-tease dell’allora ministro al Tg1 e nell’ostensione di una certa maglietta anti-islamica venne di lì a qualche ora preso d’assalto il consolato italiano a Bengasi, con morti e feriti. E dunque Calderoli diede prima le dimissioni, ma poi anche la suddetta intervista nella quale confessò, per così dire, che quella fu comunque la notte più brutta della sua vita. Uomo molto semplice e insieme parecchio complicato. Fin lì finito sui giornali per un’acerba autobiografia dal titolo Mutate mutanda, un rogo di tricolore, delle nozze con rito celtico, in kilt, e brindisi con idromele, e un congresso animato dall’idea di un muro che avrebbe diviso il nord dai “terroni”. Per sincero amore, vocazione circense e calcolato effettaccio mediatico Calderoli allevava anche animali, alcuni dei quali feroci: lupi marsicani (uno gli aveva pure mozzicato una coscia), pastori del caucaso, un pony, forse una tigre, e di certo almeno nei mesi estivi un orso di genere femminile e 250 kg di peso, per nutrire il quale aveva stipulato un accordo con una pizzeria vicino casa. Di ogni esemplare si conosceva il nome. Senza battesimo tuttavia restò il maiale al cui guinzaglio, prima di assurgere a incarichi istituzionali e di governo, il rubizzo odontoiatra bergamasco, specialista in chirurgia maxillo facciale, si propose di andare a passeggio là dove era previsto di innalzare una moschea».