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 2013  luglio 11 Giovedì calendario

Egitto, è caccia ai Fratelli Musulmani

• In Egitto i leader della Fratellanza musulmana sono costretti a nascondersi, a ritornare in clandestinità, inseguiti da un mandato di cattura del procuratore generale del Cairo. A partire dal leader massimo, Mohammed Badie, il murshid, la Guida suprema che venerdì scorso al suo comizio alla Rabaa Adawiya aveva invitato l’Egitto alla ribellione contro il colpo di mano dei militari e il nuovo corso aperto dopo la deposizione del presidente islamista Mohammed Morsi. Mandati d’arresto anche per il suo vice Mahmoud Ezzat, per due leader del Partito Libertà e Giustizia, braccio politico dei Fratelli, e altri 5 dirigenti islamisti. Dal 3 luglio nello stesso carcere che ospita l’ex raìs Hosni Mubarak sono in cella Khairat al Shater – lo stratega della Confraternita – e l’ex presidente islamista del Parlamento. Resta invece ancora nel mistero la sorte dell’ex presidente Morsi che però, assicurano al ministero degli Esteri, si trova in un «posto sicuro, è trattato in modo dignitoso» e a suo carico «non è stata formulata ancora alcuna accusa». Un portavoce della Fratellanza si affrettava a precisare ieri sera che nessun leader è ancora stato arrestato e ha definito le accuse un tentativo di stroncare le proteste, ma è innegabile che la Piazza degli islamisti a Nasr City appare isolata. [Scuto, Rep]

•  La presidenza ad interim sostenuta dai militari vuole formare rapidamente un governo di civili: sarà un esecutivo di tecnici, i cui membri devono ancora essere annunciati. Appare certo però che non ci saranno gli islamisti. Ma è la dichiarazione costituzionale del presidente Adly Mansour, che resterà in vigore per almeno sei mesi (fino alle elezioni parlamentari e presidenziali) a tenere agitata l’intera opposizione. Il testo è stato bocciato dal Fronte di salvezza nazionale (Fsn), principale alleanza liberale, e dall’influente predicatore salafita Yaser Borhami, guida del Partito islamista Al-Nour, che si è schierato contro la Fratellanza.