24 agosto 1976
Tags : Il disastro di Seveso
Nella zona contaminata meglio non procreare
• Il sindaco di Seveso limita l’accesso alla Zona A ai soli autorizzati, mentre la Zona B vieta ogni lavorazione che provochi «movimento di terreno e sollevamento di polvere». La velocità dei veicoli sulle strade non asfaltate non deve superare i 30 km/h, è proibito «coltivare o raccogliere foraggio, erba, fiori, frutta, verdura, ortaggi, nonché allevare animali tranne quelli di affezione» e devono essere distrutti «tutti i prodotti zootecnici di origine animale (latte, uova, miele, ecc.)». In via cautelativa, il sindaco invita la popolazione della Zona B ad osservare accuratamente una serie di indicazioni come «lavare immediatamente e a lungo le mani» qualora si fossero toccati oggetti presumibilmente inquinati e «comunque lavarle frequentemente durante la giornata per eliminare ogni traccia di sostanza tossica eventualmente presente, sia pure in piccole quantità nella polvere». Viene poi consigliata una frequente ed accurata pulizia di tutto il corpo (bagno o doccia tutti i giorni) con l’uso di sapone. È invece scoraggiata l’esposizione alla luce solare «altamente pericolosa». Infine suggerisce a «tutte le persone esposte al rischio della contaminazione» di astenersi dalla procreazione per un periodo di tempo che indicato in sei mesi.