Rassegna, 8 luglio 2013
Napolitano e Letta alla presentazione dell’Expo 2015
• Giorgio Napolitano ed Enrico Letta erano insieme ieri alla Villa Reale di Monza per la prima presentazione ufficiale dell’Expo 2015 di Milano. Colonnello (Sta): «Una sede tutt’ora in ristrutturazione e dunque, come spiega l’ospite di casa, il presidente della Regione Roberto Maroni, “metafora ideale per l’ultimo miglio” che ci aspetta da qui all’apertura dell’esposizione universale italiana, arrivata proprio negli ultimi giorni oltre il break even previsto di 130 paesi, con l’adesione, all’ultimo momento, di Paesi come la Grecia e il Burundi, centotrentunesimo. «Il nostro impegno è un’ulteriore manifestazione della volontà dell’Italia di non ripiegarsi su se stessa – ha spiegato il presidente Napolitano – tantomeno in una fase di crisi e diatribe domestiche come quella che stiamo attraversando». Con la massima presenza istituzionale a Monza e l’intervento in video, e in perfetto italiano, del presidente del Consiglio Europeo, Josè Barroso, Expo 215 diventa dunque la vera meta per la rinascita economica italiana: “Il cuore della ripresa del Paese”. L’ultima opportunità, in un certo senso, visto che avremo gli occhi del mondo puntati addosso».
• Giovanni Allevi, che ha suonato l’Inno di Mameli al piano in versione jazz, facendo commuovere Napolitano. [Colonnello, Sta]
• Giorni mancanti all’inaugurazione dell’Expo di Milano: 663. [Poletti, Sta]
• Giuseppe Sala è il commissario unico del governo per l’Expo 2015. [Gallione, Rep]
• All’Expo di Milano intitolato «Nutrire il pianeta, energia per la vita», che si spalmerà su un’area di quasi due milioni di metri quadrati tra la Nuova fiera e un’area nella zona Nord Ovest di Milano, hanno già aderito 129 Paesi. Ultimo martedì scorso, il Principato di Monaco. E ieri è arrivato il centotrentesimo, la Grecia. [Poletti, Sta]
• «Da quando ha conquistato l’evento, il 31 marzo 2008, Milano aveva sette anni di tempo per organizzare Expo. Il primo tempo se ne è andato tra liti politiche e battaglie di potere. Per tre anni, la manifestazione non ha avuto neppure i terreni (erano privati) per poter iniziare i lavori. Bisogna correre e, la gran parte dell’attività, ormai è concretata da qui al 2015. In questo momento, sul cantiere stanno lavorando più di 400 operai. Siamo alle fondamenta. Dovranno aumentare. Il momento della verità arriverà presto: entro il prossimo dicembre, la società di Expo dovrà consegnare ad almeno la metà dei Paesi che si metteranno in mostra i lotti su cui, poi, inizieranno a costruire i loro padiglioni». [Gallione, Rep]