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 2013  luglio 09 Martedì calendario

Papa Francesco a Lampedusa: «Basta indifferenza»

• Papa Francesco è sbarcato ieri a Lampedusa per una visita ufficiale sobria, breve (quattro ore in tutto), senza autorità e commovente. Appena arrivato sull’isola il pontefice si è recato a bordo di una Fiat Campagnola al cimitero dei migranti, circa ventimila uomini inghiottiti dal Mediterraneo negli ultimi 25 anni. Qui ha gettato in mare una corona di crisantemi bianca e gialla. Poi ha officiato la messa e ha chiesto «perdono per l’indifferenza verso tanti fratelli e sorelle», ha ricordato la responsabilità di tutti con la domanda che «Dio rivolge a ciascuno di noi», quella a Caino: «Dov’è il sangue di tuo fratello che grida fino a me?». E ha detto all’Europa e all’Occidente che «la globalizzazione dell’indifferenza» ci ha ridotti a non saper più piangere. [tutti i giornali]

• Le sigle no-profit hanno subito tradotto il monito papale sull’immigrazione in un appello al governo per «modificare la legge Bossi-Fini, attuare il dettato costituzionale sul diritto d’asilo e spingere l’Ue a farsi carico dell’emergenza». [Galeazzi, Sta]

• Sugli arredi usati durante la messa Accattoli (Cds): «Si sa che Bergoglio li vuole spogli, ma forse la spoliazione di ieri è destinata a restare ineguagliata. Non aveva portato con sé nessuna delle due “ferule” (croci pastorali) che usa in Vaticano: quella con il crocifisso avuta da Paolo VI e l’altra istoriata di Benedetto, ma ne impugnava una di legno con i colori bianco e azzurro della barca da cui è stata tratta. “Nel braccio orizzontale – aveva spiegato Marini – sono incisi due pesci, mentre in quello verticale vi sono cinque pani, per richiamare il brano evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci”. Anche il calice, l’altare e l’ambone – cioè il leggio: ornato con il timone di un’imbarcazione – erano di legno, il calice provvisto all’interno, come prescrivono i canoni, di una coppa d’argento. Oggetti tutti realizzati da un falegname di Lampedusa, Franco Tuccio».

• Scrive Vecchi sul Cds che dopo la messa «sarebbe previsto che gli immigrati al molo Favarolo gli consegnino una lettera ma Bergoglio scende dalla scaletta, li saluta uno ad uno e li abbraccia mentre alcuni intonano un canto etiope: e chiede che gli parlino, che gliela leggano. Le tv li inquadrano di schiena perché sono quasi tutti minorenni. Parrebbero più vecchi, non fosse per gli occhi. Alle 9.30 sono passate un paio d’ore dall’ultimo sbarco di 165 africani raccolti da un barcone sfondato. Un ragazzo legge, un altro sa un po’ d’italiano e traduce. Le sofferenze del viaggio, i trafficanti che lucrano sui disperati, i rapimenti, i morti».

• La visita si è conclusa con un pranzo a buffet e Francesco che mangia in piedi un panino e un frammento di cassata prima della visita in parrocchia. Lascia discreto un obolo, dice ai lampedusani: «Vi ringrazio per la vostra tenerezza». [Vecchi, Cds]