3 luglio 2004
Tremonti si dimette
• Nella notte, il ministro Giulio Tremonti è andato a palazzo Grazioli in Roma, dove abita Berlusconi, e ha consegnato al presidente del Consiglio un documento di 23 cartelle dove si indicava un programma di tagli alla spesa pubblica pari a 5,5 miliardi di euro. Quel documento, se approvato, sarebbe poi stato presentato a Bruxelles alla riunione dei ministri economici e avrebbe forse scongiurato l’avviso preventivo all’Italia (detto anche early warning), minacciato dalla Ue in previsione dello sfondamento da parte nostra del famoso parametro del 3 per cento. Ma a casa di Berlusconi, a discutere il documento, c’era anche Fini e Fini ha violentemente contestato le 23 cartelle arrivando al punto di dire: «I conti sono truccati!». Ha poi aggiunto: o se ne va dal governo lui o esce dal governo Alleanza nazionale. Berlusconi ha costretto Tremonti a dimettersi e ha preso l’interim dell’Economia facendo sapere che lo terrà fino a che la riforma fiscale non sarà approvata. La crisi è grave e potrebbe portare alle elezioni anticipate: l’Udc, uno dei quattro partiti di governo, fa resistenza sull’approvazione della legge sul federalismo e questo può portare a una rottura con la Lega. I tagli previsti da Berlusconi, che ha rimesso mano alle 23 cartelle di Tremonti, sono pari a 7,5 miliardi di euro. Questo ci impedirà forse di sfondare il 3 per cento quest’anno, ma non l’anno prossimo in cui il rapporto deficit/pil è già previsto al 4%. L’early warning ci costerà allora almeno 14 miliardi di euro. [Giorgio Dell’Arti]