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 2013  luglio 08 Lunedì calendario

Ci si chiede se il caso Saccomanni, cioè l’ultimo che sta mettendo a subbuglio la maggioranza, esista per davvero oppure no

Ci si chiede se il caso Saccomanni, cioè l’ultimo che sta mettendo a subbuglio la maggioranza, esista per davvero oppure no.

Saccomanni è il ministro dell’Economia, no? In che consiste il “caso”?
L’uomo viene dalla Banca d’Italia, dove era direttore generale fin dal 2006. Berlusconi cominciò a tirargli addosso prima ancora che fosse nominato: «Niente tecnici, Saccomanni compreso, il ministero dell’Economia dovrebbero darlo a me, ma non lo faranno». L’antipatia per il tecnico è riaffiorata poi ciclicamente, fino a giovedì scorso, quando il Fondo Monetario Internazionale ha fatto sapere che a parer suo l’Imu sulla prima casa andava mantenuta per equità. Saccomanni ha risposto che di quel parere si sarebbe tenuto conto e il Pdl ha reagito di brutto, Gasparri dicendo che gli americani si facessero gli affari loro, e Brunetta insinuando che la presa di posizione del Fondo fosse stata concordata proprio con Saccomanni, per dargli manforte in un passaggio su cui i berlusconiani stanno come Leonida alle Termopili.  

I trecento delle Termopili, benché eroici, furono fatti a pezzi.
Appunto. Può il Pdl far cadere, eventualmente, il governo? E facendo cadere il governo non metterebbe se stesso e il suo padrone al rischio di un esito magari eroico ma funesto per le sorti della Destra? Sono questioni che esamineremo subito, ma intanto ieri il fuoco contro il responsabile dell’Economia è ripreso, in una con le assicurazioni, da parte di Letta e degli altri, che l’Imu sarà rimodulata prima di Ferragosto. Ma senta: Gasparri è ritornato sull’argomento facendosi virgolettare questa frase: «Con Saccomanni non si va da nessuna parte. All’Economia serve una guida adeguata e non un esponente di seconda fila di apparati burocratici intenti solo alla loro autodifesa. Serve insomma un ministro vero e autorevole». Ha parlato anche la Gelmini: «Su Imu nessun passo indietro, le coperture vanno trovate con buona pace del ministro Saccomanni e del Fondo monetario internazionale». Brunetta: «Su Imu e Iva deciderà la maggioranza in cabina di regia» (questa cabina di regia è stata convocata per mercoledì).  

Ma deciderà in che senso?
Dal governo fanno sapere che le ipotesi sono molte, smentiscono quelle uscite sulla stampa, confermano che effettivamente si deciderà tutti insieme, anche relativemente al problema di come trovare le coperture che non ci facciano perdere i due miliardi 2013 e i quattro miliardi 2014 che l’incasso dell’Imu garantiva. Il problema si intreccia con quello dell’Iva... ma questo lo abbiamo ormai scritto molte volte, il punto di Iva vale quattro miliardi l’anno eccetera. In linea puramente teorica la questione sta in questi termini: l’Europa ci domanda di spostare gradualmente la tassazione dalle persone alle cose, secondo l’espressione adoperata da Tremonti. Cioè: invece di tassare i redditi (che coincidono con la domanda), tassare i patrimoni o i consumi. In base a questa equazione, perciò, ogni volta che si mette un euro di tassa su un bene (Iva, Imu) bisognerebbe togliere un euro dall’Irpef o dal cuneo fiscale (il lordo dello stipendio). L’altro giorno però abbiamo saputo per l’ennesima volta che il livello della nostra pressione fiscale è tra i più alti al mondo, e il governo non sta proponendo di farci pagare l’Imu per intaccare un minimo le aliquote dell’Irpef. No, se lascia l’Imu aumenta semplicemente la pressione fiscale, se ce la toglie andrà a metterci le mani in tasca da qualche altra parte. Berlusconi e i suoi hanno perciò ragione di avversare la tassa sulla prima casa, devono però dirci se sono favorevoli a uno spostamento progressivo della fiscalità sui consumi e i patrimoni oppure no.  

Secondo lei?
Io non l’ho capito. A suo tempo Berlusconi incoraggiò Letta a fregarsene dell’Europa e sfondare i parametri. Guardi che la cosa non era del tutto insensata, solo mancava un’idea su come rientrare dal debito. E ieri abbiamo saputo che il Popolo della Libertà un’idea di come togliere 400 miliardi di indebitamento strutturale ce l’ha.  

Sì, ho letto anch’io l’articolo di Enrico Marro sul Corriere della Sera. Si tratta in pratica di vendere patrimonio pubblico. Ma, tornando all’Imu e a Saccomanni, a settembre potrebbero proporre sul serio la sostituzione del ministro dell’Economia? E potrebbero davvero mandare Letta a casa?
Ho l’impressione che il continuo gridare del centro-destra mascheri proprio l’impossibilità di fare la crisi. Berlusconi, riservatamente, ha ribadito l’altro giorno che a questo esecutivo Pd-Pdl non c’è alternativa e che qualunque altra formula lo penalizzerebbe pesantemente. Le elezioni poi - ammesso e niente affatto concesso che nel caso Napolitano sciolga le camere - sarebbero per lui un rischio molto grande.