Fior da fiore, 7 luglio 2013
Il governo studia il piano taglia-debito • Imu, spunta la stangata sui villini • Catturato in Colombia il re italiano della coca • Addio code in auto, sparisce il bollino nero • L’estate dei (lunghi) weekend
Debito pubblico Angelino Alfano e Renato Brunetta hanno chiesto a Letta intervento choc per abbattere il debito pubblico, arrivato in aprile alla cifra di 2.041,3 miliardi di euro, quasi il 130% del prodotto interno lordo. «Dal 2015 partirà il Fiscal compact, le nuove regole europee di bilancio, per rispettare le quali l’Italia dovrà tagliare ogni anno per 20 anni il debito pubblico di 3 punti di Pil, circa 45 miliardi a valori attuali, così da arrivare alla fine del percorso a un debito pari a non più del 60% del prodotto interno lordo. Invece di subire questa tassa ventennale sarebbe meglio trovare un modo per abbattere subito il debito e guadagnare così nuovi spazi di manovra di bilancio che altrimenti sarebbero preclusi. Di qui le proposte choc del Pdl. Dei 400 miliardi di debito da tagliare, dice il piano messo a punto da Brunetta, 100 deriverebbero dalla vendita di beni pubblici per 15-20 miliardi l’anno (in sostanza il programma Grilli); 40-50 miliardi dalla costituzione e cessione di società per le concessioni demaniali; 25-35 miliardi dalla tassazione ordinaria delle attività finanziarie detenute in Svizzera (5-7 miliardi l’anno); i restanti 215-235 miliardi dall’operazione choc, appunto. Verrebbe individuata una porzione di beni patrimoniali e diritti dello Stato, a livello centrale e periferico, disponibili e non strategici, e venduta a una società di diritto privato di nuova costituzione partecipata principalmente da banche, assicurazioni, fondazioni bancarie ed altri soggetti . La società emetterebbe obbligazioni a 15-20 anni garantite dai beni. Essendo emessi da un soggetto privato, tali titoli non entrerebbero nel computo del debito pubblico. Lo Stato incasserebbe il corrispettivo portandolo direttamente a riduzione del debito pubblico, con conseguente risparmio di interessi. Negli anni di vita del prestito obbligazionario la società procederebbe alla valorizzazione della redditività dei beni. Alla scadenza dei singoli lotti del prestito obbligazionario, ovvero anche prima a scadenze predeterminate, il soggetto che avrebbe proceduto all’acquisto di opzioni (warrant) avrebbe diritto all’acquisto dei beni e diritti costituenti il lotto di riferimento ed il prezzo per tale acquisto sarebbe utilizzato per il rimborso delle obbligazioni. Alla fine dei 5 anni il servizio sul debito si dimezzerebbe, scendendo a 35-40 miliardi l’anno» (Enrico Marro, Cds).
Imu Il governo sta studiando soluzioni per ridurre l’impatto dell’Imu. Spunta l’ipotesi che a pagare siano solo coloro la cui imposta è superiore ai 600 euro. Una stangata che colpirebbe i contribuenti a partire dai proprietari di villette, 1 milione e 300 mila abitazioni a schiera o bifamiliari. Nove italiani su dieci sarebbero esentati (Petrini, Rep.).
Cocaina Roberto Pannunzi, 67 anni, italiano, uno dei più grandi trafficanti del mondo di cocaina (le operazioni per le quali si muoveva erano quasi sempre oltre i 3mila chili di droga purissima). Catturato a Bogotà con un’operazione condotta dal servizio anti-droga italiano, guidato dal generale Andrea De Gennaro, la polizia locale e la Dea americana. Contro Pannunzi, conosciuto come il Pablo Escobar dell’Italia, c’era un fascicolo grande quanto un’enciclopedia, costruito con indagini condotte dall’Italia alla Spagna, dal Canada agli Usa arrivando fino al Sud America. All’interno le prove dei suoi rapporti con mafia siciliana, ’ndrangheta, cartelli locali. Il criminale, dopo essere stato trattenuto al comando di polizia, è stato espulso ed è arrivato a Roma nella serata di ieri. Nicola Gratteri, uno degli investigatori che più ha seguito le tracce di Pannunzi, detto Bebè: «Dal 2010 gli stavamo dietro, era una persona molto credibile, un affabulatore, un buon venditore, con una grande dialettica io l’ho interrogato un paio di volte ed era estremamente furbo e intelligente».
Vacanze 1 A causa della crisi, l’estate 2013 dovrebbe far segnare per la prima volta l’assenza del «weekend da bollino nero». Secondo un’indagine Coldiretti, infatti, gli italiani taglieranno sulla durata della vacanza (lo farà il 25 per cento) e sulla distanza delle meta prescelta (il 32 per cento). Il 18 per cento degli intervistati ha dichiarato di preferire la bassa stagione, mentre solo il 34 per cento non modificherà le proprie abitudini. Tra le spese da tagliare per far quadrare i conti, per il 33 per cento del campione, la forbice colpirà soprattutto i divertimenti (cinema, parchi-giochi, discoteche) mentre il 25 per cento abbasserà le sue pretese in fatto di alberghi, rinunciando ad una o anche più stelle. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Vacanze 2 Secondo un’indagine di Confesercenti-Swg coloro che dichiarano di non potersi permettere una settimana di ferie in un anno rappresentano ormai la metà del totale: 50,4 per cento rispetto al 46,7 per cento del 2011. La durata tipo ormai si aggira sui 5 giorni, quasi un weekend molto allungato (Agnese, Cds)
(a cura di Roberta Mercuri)