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 2013  luglio 04 Giovedì calendario

Crisi politica in Portogallo, trema tutta l’Europa

•  Il Portogallo è sull’orlo di una crisi politica ed economica che rischia di danneggiare tutta l’Europa. Il presidente lusitano Anibal Cavaco Silva ha avviato ieri un giro di consultazioni tra i partiti nazionali per scongiurare una crisi di governo che rischia di spingere Lisbona verso elezioni anticipate. A far precipitare la situazione sono state le dimissioni del ministro delle finanze lusitano Victor Gaspar, da mesi nel mirino del Csd-Pp (partner della maggioranza di centrodestra del premier Pedro Passo Coehlo) come responsabile assieme alla Troika dell’austerity che ha regalato al paese tre anni di recessione.

• Livini (Rep) sul Portogallo: «Fino a poche settimane fa il Paese era considerato uno degli esempi virtuosi di successo dell’austerity targata Fmi, Ue e Bce, che hanno puntellato il salvataggio con aiuti per 78 miliardi. Peccato che i piani lacrime e sangue imposti da Bruxelles abbiano dato anche sulle rive del Tago risultati a due facce: positivi sul fronte contabile, con il rapporto deficit/ pil sceso dal 10,1% del 2011 al 6,4% attuale, disastrosi su quello sociale. Lisbona è da due anni in recessione e nel 2013 – con un pil sceso del 3,9% nei primi tre mesi dell’anno – la musica non dovrebbe cambiare. La disoccupazione è schizzata al 17,5%. Lo scorso maggio Coehlo ha varato l’ennesima manovra da 4,8 miliardi concordata con Europa e Washington, fatta di 30 mila tagli nel pubblico impiego, aumento di un anno dell’età pensionabile e rialzo da 35 a 40 ore dell’orario di lavoro dei dipendenti pubblici. Pedro Costa e il Cds chiedono da tempo una svolta, sostenendo che senza politiche di crescita il Portogallo rischia di morire d’asfissia. Ma il premier sembra intenzionato a tirare dritto».

• «Lunedì, a Bruxelles, i ministri finanziari dell’eurozona consegneranno probabilmente un ultimatum alla Grecia, di nuovo con il fiatone per le sue riforme (leggi: misure di austerità, tagli al bilancio pubblico) zoppicanti, e per i debiti che nuovamente debordano. Cipro non è ancora guarita dalla sua intossicazione bancaria, la Spagna non si è ancora liberata dal macigno delle sue statistiche sulla disoccupazione, la stessa Italia sembra percorrere un percorso minato, e la mina più grande è l’instabilità politica. La nuova emergenza del Portogallo piomba su questo scenario». [Offeddu, Cds]