Rassegna, 3 luglio 2013
Egitto, Morsi non cede all’esercito: «Non lascio»
• Mohammad Morsi, il presidente egiziano oggetto della Grande Protesta esplosa domenica nel primo anniversario della sua nomina, poco prima della mezzanotte di ieri ha annunciato in tv che non si farà da parte, come chiesto dai generali. «Sono il primo presidente democraticamente eletto in Egitto, il popolo e Dio hanno posto sulle mie spalle il peso di portare il Paese dalla dittatura alla modernità e alla legalità e non cederò al ricatto di chi vuole male alla nazione, al suo interno o all’estero. Chiedo all’esercito di ritirare il suo ultimatum, all’opposizione onesta di rispettare la democrazia, che proteggerò con la mia vita. Non ci ruberanno la rivoluzione». L’ultimatum fissato dai militari è per oggi alle 17. Lunedì, alla stessa ora, il capo delle Forze armate, generale Abdel Fattah Al Sisi, aveva dato 48 ore di tempo perché «le richieste del popolo venissero accolte e le parti politiche trovassero un’intesa, altrimenti l’esercito avrebbe imposto la sua road map».
• Ieri sera a Giza sette persone sono state uccise negli scontri tra oppositori e pro-Morsi. I due presidi storici dell’opposizione a Piazza Tahrir e a Ittihadiya (dove c’è il palazzo presidenziale) anche ieri erano stracolmi di folla che invoca l’addio al potere di Morsi. [Scuto, Rep]