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 2013  luglio 02 Martedì calendario

Spionaggio, Obama: spiegheremo tutto all’Europa

• Barack Obama sta cercando di sdrammatizzare lo scandalo dello spionaggio Usa ai danni degli europei e ha promesso chiarimenti. Ma l’Europa non sembra intenzionata a lasciar correre e minaccia per ritorsione di bloccare l’avvio dei negoziati per la creazione di una zona transatlantica di libero scambio. «Tutti i servizi di intelligence, non solo il nostro, anche quelli europei, cercano di capire meglio quello che succede nelle altre capitali attraverso fonti che non siano il New York Times o la Nbc. Se così non fosse, l’intelligence non avrebbe senso», ha detto il presidente americano durante il suo viaggio in Africa, aggiungendo comunque che, appena avrà verificato le indiscrezioni di stampa, fornirà «agli alleati europei tutte le informazioni che vogliono». [Bonanni, Rep]

• «Se è vero che le ambasciate europee compresa quella italiana sono state spiate, i rapporti fra Italia e Usa sarebbero compromessi» ha dichiarato il ministro della Difesa Mario Mauro. «Se siamo alleati, se siamo amici non è accettabile che qualcuno si comporti come faceva una volta l’Unione Sovietica».

• Secondo Fubini (Rep) «la credibilità degli europei nell’infuriarsi resta davvero esigua. Gli stessi silenzi di ieri del presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso o di Herman Van Rompuy dal palazzo del Consiglio suggeriscono che lo squilibrio fra le due sponde dell’Atlantico è politico, prima che tecnologico. Il bilancio della National Security Agency è di circa 15 miliardi di dollari l’anno, quello di tutte le agenzie di intelligence americane di oltre 75. E gli europei non sono in grado o non intendono affatto spendere somme del genere per garantire la propria sicurezza digitale. A vent’anni dal Trattato di Maastricht, Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia restano lontane anni luce da un riordino dei bilanci della difesa che possa creare un sistema di intelligence
comune minimamente efficace. In queste condizioni, l’Europa affida di fatto la propria sorveglianza elettronica in outsourcing
– in gestione esterna – agli Stati Uniti: l’unica superpotenza con le risorse finanziarie e le competenze tecniche per farlo. Barroso e Van Rompuy lo sanno e anche per questo, non solo per proteggere le loro carriere, sul Datagate tacciono».