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 2013  giugno 30 Domenica calendario

L’altra notte è morta Margherita Hack, la scienziata più popolare e simpatica d’Italia. Era ricoverata da una settimana, per problemi di cuore, all’ospedale Cattinara di Trieste

L’altra notte è morta Margherita Hack, la scienziata più popolare e simpatica d’Italia. Era ricoverata da una settimana, per problemi di cuore, all’ospedale Cattinara di Trieste. Aveva compiuto 91 anni il 12 giugno. Come tutti sanno, dato il suo forte accenno toscano, era nata a Firenze anche se viveva dal 1964 a Trieste, nella cui università aveva insegnato Astronomia (fino al 1992) e di cui aveva diretto l’Osservatorio astronomico (prima donna a ricoprire un incarico come quello). Era membro dell’Accademia dei Lincei (aveva vinto il premio Linceo nel 1980), dell’Unione Internazionale Astronomi e della Royal Astronomical Society, collaboratrice della Nasa e dell’Agenzia Spaziale Europea. Suoi campi di ricerca particolari: l’atmosfera, l’evoluzione delle stelle e la loro classificazione spettrale. È spirata avendo vicino Aldo De Rosa, suo marito da 70 anni.

Si chiamava Aldo anche il padre.
Sì, era di origine svizzera. Un uomo di religione protestante che faceva il contabile. La madre, cattolica, era miniaturista agli Uffizi. Margherita riconobbe sempre che certi tratti le venivano proprio dai genitori: erano entrambi vegetariani, antifascisti e critici con le rispettive religioni. E lei pure: vegetariana («cosa di cui non ho alcun merito: lo sono dalla nascita»), atea e antifascista senza se e senza ma, dato che si presentò a parecchie elezioni nelle liste comuniste, rinunciando poi sempre al seggio una volta eletta. Ma sull’antifascismo c’è una macchia: nel 1941 partecipò ai Littoriali. Solo che per partecipare ai Littoriali bisognava giurare fedeltà al fascismo. «Fu un atto di viltà – disse poi – ma prevalsero la festa e l’orgoglio».  

Racconti questa storia d’amore con Aldo. È curiosa, perché – così simpaticamente rude com’era – non la si riesce a immaginare in tenerezze.
Due tipi opposti. Lui credente, letterato e pacioso. Lei atea, scienziata, aggressiva. Si sono conosciuti da bambini a Firenze (abitava in una strada che si chiamava, pensi un po’, via Centostelle): «Io avevo 11 anni e lui 13, ci incontravamo ai giardini pubblici. Giocavamo a guardie e ladri, noi s’era sempre i ladri. Facevamo anche grandi tornei di palla e corse di resistenza. Ci arrampicavamo sugli alberi, e io lo battevo sempre». La loro frequentazione si interruppe poi per dieci anni: il padre di Aldo, commissario di polizia, venne trasferito, prima all’Aquila, poi a Palermo. «Ci siamo ritrovati all’università e a dire il vero ci eravamo piuttosto antipatici. Si litigava sempre, non mi ricordo poi com’è finita che ci siamo innamorati e addirittura sposati». Grande amore, però senza figli: «Noi i figlioli non si volevano. C’è chi è portato e chi non è portato: io non sono portata. Da ragazza poi mi dava molta noia tutta quella propaganda di Mussolini secondo cui le donne dovevano fare figlioli per forza, e anche tanti».  

La storia dell’ateismo mi ha sempre colpito: una persona che ha passato la vita a osservare il cielo...
Una volta la Gruber le chiese: «Lei crede in Dio?». Risposta immediata: «No». Un’altra volta: «Mi sento abbastanza animale da non interrogarmi troppo sul significato della vita: come il mio cane e i miei gatti, che si godono la pappa e il sole». Venne da me alla radio e spiegò, semplice semplice: «Siamo solo un ammasso di molecole, che, una volta morti, andranno a formare altre cose». Scrissero, disperati, decine di ascoltatori, che erano ansiosi di convertirla. Lei faceva spallucce: «Dio sta solo nella nostra testa, serve per spiegare quello che non riusciamo a capire». Però a casa sua, in mezzo alla montagna di libri, c’era un subisso di opere sulla storia delle religioni. Approccio all’ateismo molto scientifico, no? È stata presidente onorario dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti e garante scientifico del Cicap, il Comitato che smonta le bufale di maghi e astrologi. Tra le sue polemiche spicca quella contro Berlusconi, destinatario di una sua lettera pubblica in cui lo invitava ad affrontare i processi e smetterla di tenere sotto sequestro il Parlamento per i suoi guai.  

Già, era comunista.
Ha preso posizioni contro le centrali nucleari (ma a favore della ricerca sul nucleare), a favore dei diritti civili degli omosessuali, del diritto all’aborto, all’eutanasia e per la ricerca sulle staminali embrionali. Ha firmato per la fine dell’embargo ad Hamas.  

Una stella, però, dovrebbe intestargliela.
Già fatto. Hanno chiamato “Hack” l’asteroide 8588.