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 2013  giugno 14 Venerdì calendario

Frase choc della leghista contro la Kyenge: «Perché non la stuprano»

• A commento della notizia di un presunto tentativo di stupro da parte di un immigrato africano nei confronti di due ragazze a Genova, la consigliera leghista di Padova Dolores Valandro ha postato su Facebook la frase della ministra per l’Integrazione Cecile Kyenge accompagnata dalla frase: «Ma mai nessuno che se la stupri, così tanto per capire cosa può provare la vittima di questo efferato reato? Vergogna». Di fronte alle immediate reazioni di sdegno, la consigliera leghista è corsa ai ripari e dopo qualche ora chiede scusa: «È stata una battuta detta in un momento di rabbia. Mi autosospendo da ogni incarico da me assunto, anche nel consiglio di quartiere». Ma il danno è ormai fatto e un esposto viene presentato contro di lei alla procura della Repubblica di Padova da «Razzismo Stop» e dall’avvocato Aurora Agostini. Il fascicolo d’indagine è aperto. La Lega ha annunciato l’espulsione immediata. «Non rispondo perché ognuno di noi dovrebbe sentirsi offeso», è la replica di Cecile Kyenge. Immediato l’appoggio del premier, Enrico Letta: «Cecile Kyenge ha ragione, ognuno di noi dovrebbe sentirsi offeso e anch’io mi sento offeso».  

• Ricorda la Paci sulla Sta: «In poche settimane la quarantanovenne Cécile Kyenge ha collezionato un bel campionario di insolenze. Cominciò il web dove a poche ore dal giuramento i siti di Stormfront e Duce.net erano già pieni di “scimmia congolese”, “governante puzzolente”, “zulù”. Allora, a onor del vero, il presidente della Camera Boldrini si levò in difesa della prima ministra di colore (lei preferisce definirsi “nera” e, fingendo di accontentarla, l’attore Paolo Villaggio la definisce “negra”), ma un po’ perché assorbito dai problemi (anche identitari) del neonato governo e un po’ per non assecondare volgarità ritenute insignificanti il Parlamento non si scompose. Poi la Kyenge si pronunciò a favore dello ius soli, il diritto alla cittadinanza in virtù della nascita nel territorio dello Stato e apriti cieloL’ex prof universitario Pietro Melis applicò alla responsabile dell’integrazione i parametri di «tolleranza» che gli erano già costati l’accusa di antisemitismo, Forza Nuova issò un tricolore insanguinato con scritto “L’immigrazione uccide. No ius soli. Kyenge dimettiti” davanti al Pd di Rimini. Ma furono in particolare i leghisti a scatenarsi contro il ministro in quel caso un po’ isolato anche dai suoi, non tutti d’accordo nel preferire lo ius soli allo ius sanguinis (la cittadinanza trasmessa dal genitore che ne è in possesso)».