Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  giugno 12 Mercoledì calendario

Arriva il “decreto del fare” • Tra dieci anni in Italia non ci saranno più negozi • Il disoccupato che s’è buttato dalla finestra • La Grecia chiude – causa austerity - la tv di Stato • L’esordio su Twitter di Hillary Clinton

 

Decreto del fare Il governo di Enrico Letta intende varare prima del Consiglio europeo del 27 giugno un “decreto del fare” dove saranno presenti «misure urgenti a favore dell’economia, delle liberalizzazioni, del fisco». La decisione è stata presa durante il vertice di maggioranza di ieri. Tra i provvedimenti, uno dedicato alla disoccupazione giovanile: ci sarebbero circa 400 milioni che il governo potrebbe mettere sul piatto per finanziare il credito d’imposta sulle assunzioni dei giovani a tempo indeterminato. Allo studio la riforma del lavoro part-time (più flessibilità), dell’apprendistato (cadrà il vincolo dell’assunzione del 30 e 50% dei precedenti apprendisti), dell’accesso alla cassa integrazione in deroga (per evitare gli abusi) e del funzionamento dei servizi di collocamento.

Negozi In Italia, per un negozio che apre, altri tre chiudono. «Nelle strade commerciali delle grandi città, lungo quelle che un tempo erano le vie dello shopping è un susseguirsi di serrande abbassate e di insegne spente. Se continua così, fra dieci anni, la bottega dietro l’angolo sarà un ricordo. Duemilaventitre: anno zero, almeno per il commercio di vicinato. La profezia è contenuta in uno studio della Confesercenti che calcola gli effetti attuali della crisi e ne stima quelli futuri. Nei primi quattro mesi dell’anno, precisa il rapporto, a fronte di 8.006 aperture di attività, ci sono state 20.756 chiusure. Da gennaio ad aprile il saldo è stato negativo per 12.750 botteghe. A questo ritmo, entro l’anno, i negozi spariti saranno quasi 43.000, ed entro dieci anni non ce ne saranno proprio. Una “desertificazione urbana”, fa notare Confesercenti, che si sta trasformando in “emergenza sociale, economica e occupazionale: considerato che ogni negozio impegna mediamente tre persone, entro dicembre 2013 potrebbero sparire 120 mila posti”. Il tonfo è generale e si fa sentire in tutto il territorio: le chiusure sono superiori alle aperture in tutte le regioni d’Italia, con punte in Calabria e Sicilia. Guardando alle grandi città, Roma è in testa alla classifica delle serrande abbassate: solo nei primi quattro mesi dell’anno, hanno gettato la spugna 1.390 negozi (saldo negativo per 790 botteghe di vicinato). A Napoli le chiusure sono state 1.363, la seguono - nella graduatoria dei saldi negativi -Torino, Palermo e Milano» (Luisa Grion, Rep).

Suicidio Giorgio Troili, 32 anni. Disoccupato, «taciturno e depresso», da tre anni e mezzo viveva in una palazzina a a Cairo Montenotte con la madre di 67 anni, Mirella Barabino, e il fratello di 39 anni, Roberto, invalido. La famiglia tirava avanti con una pensione sociale e un assegno di invalidità. Ieri mattina, poco dopo aver ricevuto la telefonata dell’ufficiale giudiziario che gli confermava l’esecuzione dello sfratto, previsto per domani, il Troili aprì una finestra e si buttò di sotto. Volo di tre piani (in un palazzo al civico 9 di via Pighini a Cairo Montenotte, nella Val Bormida savonese).

Tv Il governo di Atene ha annunciato – causa austerity - la chiusura temporanea della Ert, la televisione di Stato, l’equivalente della Rai, della Bbc o di France 2. Alla mezzanotte di ieri il governo ha spento il segnale delle cinque reti televisive e delle 29 radio di Ert. Simos Kedikoglou, portavoce dell’esecutivo di unità nazionale guidato da Antonis Samaras, in una conferenza stampa convocata senza preavviso: «Stiamo chiedendo enormi sacrifici al nostro popolo e non possiamo tollerare oasi di sprechi e santuari inviolabili». I 2.780 dipendenti della società «saranno sospesi e indennizzati» ed Ert rinascerà «come una struttura più snella e privata il prima possibile». Replica dei giornalisti, che hanno occupato due studi: «Noi proveremo a tenere accesi i ripetitori». Attorno al quartier generale di Ert si erano radunate in serata diverse migliaia di persone in solidarietà con i lavoratori mentre il ministero delle Finanze («dobbiamo far rispettare l’ordine, siamo l’azionista di controllo», ha detto un portavoce) ha mandato sul posto – dove la tensione era altissima – la polizia anti-sommossa. Lo Stato — ha promesso Kedikoglou — attiverà tutti gli ammortizzatori sociali possibili e i giornalisti potranno fare domanda per venire assunti nella nuova versione “light” di Ert che, secondo fonti sindacali, avrà in organico non più di 400 persone. I greci non pagheranno il canone (4,3 euro in ogni bolletta della luce per un totale di 300 milioni l’anno) fino alla ripresa delle trasmissioni. Tv e radio private greche hanno sospeso ieri l’informazione per sei ore in segno di solidarietà con i colleghi dei tre network.

Hillary Debutto da record, su Twitter, di Hillary Clinton: mille nuovi seguaci al minuto, 350.000 fan in sei ore. Al successo ha di certo contribuito il tono ironico con cui la Clinton sintetizza in 140 caratteri la propria auto-biografia su Twitter. «Comincia dalle cose più scontate (“mamma, avvocato”), prosegue con gli incarichi (First Lady, senatrice, segretario di Stato) poi improvvisamente si trasforma nella parodia di sé stessa: “icona delle coiffure”, “fanatica dei pantaloni”. Per poi finire con quella sigla allusiva, Tbd (“to be determined...”), con cui indica che il suo curriculum futuro è ancora tutto da scrivere. Una strizzatina d’occhio al partito democratico, a milioni di elettori, all’establishment politico e mediatico, tutti ossessionati dalla stessa domanda. Si candiderà nel 2016 per la Casa Bianca? A giudicare dai suoi primi cinguettìi, la risposta appare sempre più ovvia: ovvio che si candiderà» (Federico Rampini, Rep.).

(a cura di Roberta Mercuri)