Rassegna, 11 giugno 2013
Lacrime e abbracci, l’addio di Alemanno
• Alemanno si è presentato davanti ai giornalisti con gli occhi lucidi e ha versato qualche lacrima. «Il caposegreteria, Antonio Lucarelli, lo prende tra le braccia, lo stringe a sé. E Alemanno si abbandona, come un bambino col padre. È la resa, dopo cinque anni di governo, di difficoltà, di polemiche e di scandali, del primo sindaco di centrodestra della Capitale, inesorabilmente sconfitto dalle urne. Una mazzata durissima: 374.883 voti complessivi, 290 mila meno di quelli di Ignazio Marino, 400 mila rispetto alla sua vittoria del 2008 contro Francesco Rutelli». [Menicucci, Cds]
• «Cosa farò adesso? Io mi sono lanciato senza paracadute. Mi occuperò del partito, farò il consigliere di opposizione, certo. Ma penso proprio che sia arrivato il momento di “strutturarmi” anche in un’altra dimensione, quella della professione privata. Tirerò fuori la mia laurea in Ingegneria, la mia iscrizione all’Ordine degli Ingegneri. Ho un mio cugino ingegnere che da anni mi chiede di aprire uno studio insieme a Roma, penso proprio che gli darò retta. In fondo il politico di professione è un modello al tramonto... anzi, è un modello morto e sepolto» (Gianni Alemanno). [Bei, Rep]