Rassegna, 10 giugno 2013
Italiano morto in Afghanistan, non è stato un bimbo-kamikaze
• All’indomani dell’attacco al convoglio dei nostri militari a Farah che è costato la vita al capitano Giuseppe La Rosa, il ministro degli Esteri Emma Bonino ha lanciato l’avvertimento di non cadere nella trappola della propaganda dei talebani. Che a ucciderlo sia stato un «bambino-eroe», un «balilla undicenne», lo dice appunto «il portavoce dei taleban». La ricostruzione che emerge dai riscontri sul terreno conferma invece quello che era stato confermato dal ministro della Difesa Mauro: un attentato pianificato, condotto nella fase finale (il lancio della granata) da un «giovane adulto» sui 20 anni. Spiega Stabile sulla Sta: «Ieri sono emersi nuovi dettagli che fanno temere un salto di qualità nell’attività degli insorti a Farah. L’attentatore vestiva abiti color sabbia, uguali o molto simili alle divise dell’Esercito nazionale afghano, l’Ana. Un modo per potersi avvicinare più facilmente ai mezzi del nostro contingente. Mezzi che sono stati rallentati da un assembramento, una sorta di manifestazione organizzata dagli stessi taleban. Segno che la loro penetrazione nelle zone urbane è cresciuta. E per la prima volta hanno attaccato in una zona abitata, per quanto periferica, mentre finora avevano agito nelle campagne».