Rassegna, 5 giugno 2013
L’Ilva, i magistrati e l’industria italiana
• «Il governo non si è limitato a varare un provvedimento ad hoc per l’Ilva, bensì ha tirato fuori dal cilindro una norma di carattere generale che riguarderà in futuro gli stabilimenti di “interesse strategico nazionale”. La cui attività produttiva comporti “pericoli gravi per l’ambiente”. Una norma che sarà salutata con favore dalle procure e che invece la Federacciai ha catalogato immediatamente come “un pericoloso precedente per tutta la media e grande impresa nazionale”. Il segnale di captatio benevolentiae che l’esecutivo ha inviato alla magistratura riguarda anche il delicatissimo tema delle risorse. Si può pensare che il governo, designando come commissario Enrico Bondi, abbia garantito la “distanza” dalla proprietà (i Riva), ma perché la nuova gestione possa affrontare gli enormi problemi aperti sul versante dei finanziamenti, molto dipende dai magistrati. Sperando che le banche nel frattempo non si sfilino (a quel punto saremmo in piena nazionalizzazione), è possibile prevedere che il tribunale del Riesame conceda a Bondi di attingere alle casse della holding, la Riva Fire, per garantire il capitale necessario al funzionamento dell’impianto siderurgico».