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 2013  giugno 04 Martedì calendario

Al dirigente Eternit diciotto anni di carcere • In Italia l’evasione fiscale è di 140 miliardi di euro • Peggiorano i conti dello Stato • In cinque anni di crisi nel mondo sono andati persi trenta milioni di posti di lavoro • Un lavoratore su tre è precario


Eternit Sulla vicenda Eternit, la multinazionale dell’amianto, il tribunale di Torino, dopo oltre cinque ore di camera di consiglio, ha condannato l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny a 18 anni di carcere, due in più rispetto alla condanna di primo grado. L’accusa è di disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche per i quattro stabilimenti italiani. Schmidheiny è rimasto l’unico imputato dopo la morte, il 21 maggio, del novantaduenne barone belga Louis De Cartier De Marchienne. I due dirigenti Eternit erano stati condannati il 13 febbraio 2012 a 16 anni di prigione. Saranno 932 le parti civili che adesso potranno ottenere un risarcimento, a ciascuna andrà una somma di 30mila euro, per un totale di quasi 30 milioni. La corte d’Appello ha anche disposto provvisionali pari a 20 milioni di euro a favore della Regione Piemonte e di 31 milioni per il comune di Casale Monferrato. Al Comune di Rubiera vanno 2 milioni; 5 milioni all’Asl di Alessandria. Sono state escluse l’Inail e l’Inps. In totale, i risarcimenti sfiorano 90 milioni di euro. La sentenza ha anche il risvolto amaro della cancellazione di oltre novanta famiglie dalla lista delle parti civili: la morte del coimputato Louis De Cartier ha fatto estinguere ogni reato e anche ogni pretesa di risarcimento delle persone a lui collegate nel processo penale. Il giudice non ha potuto che prenderne atto.

Schmidheiny Stephan Schmidheiny, nato 66 anni fa a San Gallo, capitale dell’omonimo cantone svizzero, si definisce «un imprenditore, un cittadino, un padre di due figli, un escursionista, un collezionista d’arte e un benefattore». Discende da una facoltosa dinastia di industriali elvetici che commercia amianto da oltre tre generazioni. Cresciuto a Heerbrugg con la sorella Marietta e i due fratelli Thomas e Alexander, a 25 anni si laurea in giurisprudenza all’Università di Zurigo e più tardi entra come Responsabile delle vendite nell’azienda Eternit guidata dal padre Max. Negli anni Settanta eredita la guida del gruppo e progetta di abbandonare la produzione di amianto, che però cessa soltanto nel 1994. Appassionato collezionista di opere d’arte contemporanee, è una celebrità in America Latina grazie alle sue fondazioni umanitarie, tutte esentasse. Nel 2001 lascia ogni carica dirigenziale per dedicarsi alla beneficenza. Nel 2003 la decisione di donare tutti i profitti della sua holding cilena da un miliardo di dollari, Gruponueva (attività forestali e selvicoltura), al fondo Viva Trust da lui istituita per finanziare progetti ecosostenibili in America Latina. Per la sua filantropia nel 2009 Forbes lo definisce il «Bill Gates della Svizzera». Sempre secondo il magazine, il magnate svizzero (la cui fortuna nel 2010 era pari a 2,8 miliardi di dollari) è tra le 14 persone che hanno donato più di un miliardo di dollari del loro patrimonio in beneficenza (Farkas, CdS).

Evasione La Corte dei Conti scrive che l’evasione fiscale in Italia è di 140 miliardi di euro. Osserva anche che, per combatterla, nel governo precedente si sono usate strategie «ondivaghe e contraddittorie». In un primo tempo «l’azione legislativa è stata orientata a rimuovere alcune delle più efficaci misure antivasione adottate nel biennio 2006-2007 (epoca Prodi-Padoa Schioppa) come l’elenco clienti-fornitori. Poi, a partire dal 2010, «sotto l’incalzare della crisi e della difficoltà della finanza pubblica si è registrata una inversione di tendenza con ricadute negative». Inoltre, l’azione di contrasto all’evasione sarebbe stata concentrata troppo sui grandi contribuenti e molto meno sui titolari di attività economiche di piccola e media dimensione dove «più si concentra l’evasione dell’Iva» (Bagnoli, CdS).

Fabbisogno Dall’inizio dell’anno fino ad aprile, dalle casse dello Stato erano già usciti 47 miliardi e 300 milioni di euro, più o meno ciò che era stato speso nell’intero 2012, 48,5 miliardi. Il dato di maggio dall’inizio dell’anno: 56 miliardi e 250 milioni, venti in più di un anno fa. Un fabbisogno così non si vedeva dal 2009. Il documento di economia e finanza ha stimato che per quest’anno il fabbisogno del settore statale sarebbe stato più alto di 24 miliardi, 20 dei quali previsti per il pagamento degli arretrati alle imprese.

Posti di lavoro A cinque anni dall’inizio della crisi economica, più di 30 milioni di posti di lavoro sono stati persi e non recuperati. La situazione più preoccupante riguarda le economie avanzate. Di queste, appena 6 su 37 hanno registrato tassi di occupazione più alti dei livelli pre-crisi: Germania, Ungheria, Israele, Lussemburgo, Malta e Svizzera. Se però si prendono in considerazione i 65 Stati che pubblicano dati sul lavoro trimestrali, si vede che in un terzo dei Paesi l’occupazione resta inferiore ai livelli del 2007, mentre 22 Paesi ha continuato a cadere in modo costante. In quest’ultimo gruppo, la maggioranza (18) sono economie avanzate, e più della metà appartengono dell’eurozona, Italia compresa. Flessione di oltre il 3% negli ultimi due anni nel caso di Grecia, Spagna , Portogallo e Cipro. Tra i Paesi con caduta di occupazione ci sono anche Danimarca e Olanda, Norvegia e Finlandia (Ferraino, CdS).

Precari In Italia a partire dal 2007 il numeri dei lavoratori precari è cresciuto di 5,7 punti percentuali e ha raggiunto il 32% degli occupati nel 2012 (ibidem).

(a cura di Daria Egidi)