La Gazzetta dello Sport, 3 giugno 2013
Fra venti giorni è estate, ma qui continua a piovere e a fare freddo e nell’Europa centrale siamo alla tragedia, perché il Danubio rischia di esondare, la Moldava è straripata, ci sono - tra dispersi e cadaveri recuperati - già sei o sette morti, eserciti ed elicotteri sono mobilitati nella Repubblica Ceca, in Ungheria, in Germania, in Austria, in Svizzera, si evacuano gli ospedali, si costruiscono barricate

Fra venti giorni è estate, ma qui continua a piovere e a fare freddo e nell’Europa centrale siamo alla tragedia, perché il Danubio rischia di esondare, la Moldava è straripata, ci sono - tra dispersi e cadaveri recuperati - già sei o sette morti, eserciti ed elicotteri sono mobilitati nella Repubblica Ceca, in Ungheria, in Germania, in Austria, in Svizzera, si evacuano gli ospedali, si costruiscono barricate. I meteorologi, sia all’estero che da noi, dànno poche speranze: piove e pioverà per tutta la settimana, in Italia specialmente al Nord e sarà bene prepararsi al peggio.
• All’estero però va davvero male.
Sì, nel momento in cui scriviamo la situazione più drammatica è nella Repubblica Ceca. A Praga e a Trebenice (trenta chilometri dalla capitale) due donne sono rimaste uccise dal crollo delle loro case, sempre a Trebenice risultano dispersi due uomini che si trovavano su un gommone, di un altro, nella regione di Pilsen, non si hanno più notizie. Il governo ha proclamato lo stato d’emergenza in sei regioni su 14. La Moldava è straripata in parecchi punti e l’isola di Kampa, nel centro storico della capitale, è sommersa. Il sindaco Tomas Hudecek ha chiuso otto fermate della metropolitana e ha lanciato un appello: non venite in città, per favore. È in corso la costruzione di barriere, si evacuano i malati dagli ospedali, si portano via persino gli animali dallo zoo, si ha notizia che sta crescendo anche il livello dell’Elba e della Bilina, con qualche preoccupazione per la regione di Usti.
• E nel resto d’Europa?
Le autorità di Passau, in Germania, hanno chiesto l’intervento dell’esercito per alzare barricate sugli argini alla confluenza di Danubio, Inn e Ilz: l’acqua è arrivata sopra il livello raggiunto nell’alluvione del 2002. Tra Germania e Svizzera si contano già quattro morti. La cancelliera Merkel ha promesso aiuti per le aree colpite e l’intervento dei militari. Problemi a Chemnitz. Chiusi al traffico fluviale anche i fiumi Reno, Meno e Neckar. In Austria c’è un morto a St. Johann (Salisburgo), in un’area dove è piovuto talmente tanto che s’è dovuto interrompere il traffico ferroviario (idem nel Tirolo) Si segnalano un po’ ovunque alluvioni e frane, con due dispersi. Allerta nelle province di Vorarlberg, Tirolo, Salisburgo, Alta Austria. Chiuse molte strade, in particolare quella che porta in Svizzera. A Berna si teme l’inondazione. E un po’ in tutta l’Europa centrale si fanno i conti dei danni all’agricoltura e all’allevamento.
• Questo è un punto che tocca anche noi.
Da noi la Coldiretti valuta danni per un miliardo. Mancheranno il riso (meno 35-40%), ma anche il mais (meno 40-50%) e il fieno (meno 35%). Mais e fieno costituiscono l’alimento base per i bovini, quindi all’aumento generale dei prezzi per i prodotti dei campi, bisognerà aggiungere quelli di carne e latte, certamente più costosi. Problemi anche per il vino, le mele, le ciliegie, le albicocchie. È piovuto troppo, ha fatto troppo freddo.
• È una situazione eccezionale? Una cosa simile non si era mai vista?
Ho letto che l’ultimo mese di maggio freddo come quello di quest’anno risale al 1991 e il professor Giampiero Maracchi, direttore dell’Istituto di Biometereologia del Cnr, intervistato da vari giornali, ha detto che «per trovare una situazione di questo tipo, con neve e temperature tanto rigide ad appena una settimana da giugno, bisogna andare indietro di un paio di secoli». Però il sito climatemonitor.it ha tirato fuori vecchi articoli di giornale da cui risulta che il freddo a maggio e a giugno non è così eccezionale. Non so, «persiste sull’Europa freddo e maltempo. Altra neve caduta in zone montuose della Francia e dell’Italia – Fuochi nelle campagne lombarde per preservare il grano dal congelamento» (La Stampa, 5 giugno 1853). I bravi colleghi del sito hanno anche pubblicato una foto di Charly Gaul che vince la tappa del Bondone sotto la neve (8 giugno 1956). Un divertente scienziato spiegava, il 1° maggio 1978, «che dovremo abituarci a temperature basse» dato che l’uomo, con la sua attività, ha modificato il clima e sarà ormai necessario «considerare come normale una giornata nuvolosa e come eccezionale una con il cielo sereno». Come sa, qualche decennio dopo si è sostenuto, con la stessa malriposta sicurezza, che l’attività dell’uomo non raffreddava, ma riscaldava la Terra.
• Insomma, quando finirà questo strazio? Quando rivedremo il beltempo?
Gli esperti dicono che il brutto tempo al Nord continuerà e che avremo un’estate parecchio ritardata. Al Sud invece sarebbe in arrivo, e in certi punti addirittura già arrivato, un caldo torrido.