Rassegna, 3 giugno 2013
Morto il giornalista Giuliano Zincone
• È morto ieri il giornalista e scrittore Giuliano Zincone. Aveva 73 anni. Aveva diretto Il Lavoro di Genova, era stato uno storico inviato del Corriere della Sera e negli ultimi anni aveva scritto sul Foglio e sul Sole 24 Ore. Autore di inchieste sulle fabbriche (La pelle di chi lavora, 1977), sui boat people vietnamiti (Gente alla deriva, Rizzoli, 1980), oltre a cinque romanzi, Edizione straordinaria (Mazzotta 1979), Vita, vita, vita! (Rizzoli, 1985), Il miele delle foglie (Marsilio 1995), Ci vediamo al Bar Biturico (2006, firmato Paolo Doni) e l’ultimo Niente lupi (Rizzoli, 2009). [Cds]
• Sul Cds Francesco Cevasco racconta: «Siamo nel 1977, nessuno, almeno nei giornali borghesi, si occupa con passione di morti sul lavoro. Lui fa un’inchiesta e poi un libro: ma come? Quello snob liberale si appassiona tanto a quei poveracci? Zincone è sempre stato così: lo pensi in un modo e ti compare in un altro, magari l’opposto. Ma è anche capace di raccontare l’opposto di se stesso. Nel 1979 scrive un destabilizzante articolo di fondo, quello più importante del giornale, sulla presunta “liberazione” del Vietnam. Finisce con una parola: “Orfani”. Una parola che racchiude tutto il senso della disillusione: “Io, come molti altri, ho avuto un anello di lega leggera con la scritta Flnsv: Fronte di liberazione nazionale del Sud Vietnam… Io seguivo i cortei dei ragazzi che cantavano: Vietnam vince perché spara… Io mi sono fatto stampare sulla camicia il profilo della guerrigliera vietnamita, e immaginavo che i combattenti vestiti di scuro fossero angeli che passavano senza ferire nelle foreste di caucciù, tra gli alberi bruciati dal napalm, sopra le stragi che le televisioni americane trasmettevano ogni giorno, con sincerità dovuta alla libera concorrenza”. Zincone ha avuto il coraggio di scrivere, di scrivere non soltanto di pensare, che quella era proprio una grande illusione».