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 2013  giugno 02 Domenica calendario

In Italia i disoccupati hanno superato i tre milioni • Secondo la Cgil, per ritrovare i posti di lavoro persi con la crisi ci vorranno 63 anni • Il piano di Letta per ridurre la disoccupazione giovanile • Festa della Repubblica all’insegna del risparmio • Il maggio impazzito cambierà la nostra dieta • Il ragazzo bruciato a Mondovì

 

Disoccupati Secondo l’Istat il mese scorso l’esercito dei disoccupati è arrivato a 3 milioni 83 mila unità. A pagare il prezzo più alto sono sempre i giovani: ad aprile il tasso di disoccupazione dei 15-24enni è volato a quota 40,5%. Per le ragazze del Mezzogiorno tocca addirittura il picco del 52,8%. Complessivamente, nella classe tra 15 e 24 anni, il numero delle persone in cerca di occupazione raggiunge 696 mila unità (+65 mila rispetto a un anno prima), pari all’11,5% della popolazione di questa fascia di età (12,8% per i maschi e 10,2% per le femmine).

63 anni Uno studio della Cgil prevede che per riportare l’occupazione ai livelli di prima della crisi avremo bisogno di 63 anni e per recuperare lo stesso valore del Pil, il prodotto interno lordo, ne serviranno 13. Mentre per i salari reali, non solo un dato statistico ma la quantità di cose che si possono comprare con il proprio stipendio, non c’è proprio speranza. Anche dando per scontato che la ripresa arrivi l’anno prossimo, ipotesi tutt’altro che certa, il livello del 2007 non lo recupereremo mai. Lo stesso studio dice tuttavia che se fosse applicato il «Piano lavoro» elaborato proprio dalla Cgil nel gennaio scorso (un progetto che propone di rispondere alla crisi con un piano straordinario di investimenti pubblici e privati che creino posti di lavoro, soprattutto nel settore dell’innovazione e dei beni comuni, e che sostengano la domanda interna), i tempi di recupero si ridurrebbero. L’occupazione tornerebbe ai livelli di prima della crisi non più in 63 ma in soli tre anni, per il Pil ne sarebbero sufficienti quattro, mentre per la retribuzione di fatto ne basterebbe appena uno. «Un miracolo. Del resto gli economisti, come si dice nel loro ambiente, sono sempre pronti a spiegare gli errori che hanno fatto nelle loro previsioni» (Lorenzo Salvia, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Giovani Gianni Letta, dal palco del Festival dell’economia di Trento, dove è intervenuto ieri, ha annunciato di voler ridurre la disoccupazione giovanile sotto la soglia del 30 per cento con 100mila nuovi posti. Il nuovo piano sul lavoro verrà presentato al vertice europeo di fine giugno e punterà soprattutto sulla riduzione del cuneo fiscale in base all’età. Meno tasse sul lavoro dei giovani, quindi. «Gli incentivi per le assunzioni saranno selettivi. Innanzitutto destinati ai giovani, come sia Pd sia Pdl hanno proposto durante la campagna elettorale. Un taglio al cuneo fiscale per tutti costerebbe troppo: nel 2007, con il governo Prodi, furono necessari 10 miliardi per tagliare cinque punti, senza peraltro effetti sul mercato del lavoro. Inoltre tutti gli studi (non solo italiani) sugli incentivi fiscali o contributivi alle assunzioni dimostrano che circa l’80 per cento delle assunzioni si sarebbe fatto comunque. L’incentivo si è tradotto in una sorta di regalo all’impresa e non ha contribuito a creare alcun posto di lavoro che altrimenti non ci sarebbe stato. Gli sgravi non riguarderanno tutte le nuove assunzioni. Il governo punta a favorire soprattutto quelle a tempo indeterminato, oggi meno del 20 per cento del totale» (Roberto Mania, Rep.)

Festa della Repubblica Quest’anno la festa del 2 giugno, a motivo della crisi, della necessità di stare nelle spese e anche dell’opportunità di aderire all’umore generale del Paese, sarà in tono minore. Il costo della manifestazione sarà di circa un milione e mezzo, il 25% in meno dello scorso anno, e molto meno degli anni precedenti: nel 2010 si spesero oltre tre milione e mezzo, nel 2011 - ma era l’anno del 150° dell’unità d’Italia - ben 4 milioni e 400 mila euro. Molte cose ci saranno, altre no: ci sarà la parata militare a Roma, ma non ci saranno i reparti a cavallo e neppure le frecce tricolore. Anche gli uomini e i mezzi saranno a ranghi ridotti: 2.585 militari (erano 4.774 nel 2010) e 698 membri dei corpi non armati (di sanità o di protezione civile, che erano 1.156 tre anni fa). Si risparmierà anche sulle tribune che saranno 23 e conterranno 6 mila e 500 persone invece delle 11 mila e 500 del ricco anno 2010. Non ci saranno - infine - buffet da nessuna parte, né nelle 109 prefetture - dov’era tradizione che ci fossero - e neppure nei giardini del Quirinale, che resteranno però aperti al pomeriggio per ricevere i cittadini. (R.R., Sta).

Misteri Giovanni Carlo Mura, 22 anni. Di Mondovì (provincia di Cuneo), altezza media, muscoloso, capelli corti, operaio al macello di Magliano Alpi, a detta degli amici «enigmatico e solitario», guidava una vecchia Hyundai blu del ‘96, aveva una fidanzata, viveva con la madre Iolanda Speciale, 50 anni, il compagno di lei, il fratello Roberto, 20 anni, e l’adorato cane che aveva adottato di recente. Venerdì sera, verso le 21, dopo aver cenato in famiglia uscì di casa «sereno e tranquillo» e, bevuta da solo qualche birra al bar, raggiunse a piedi una strada isolata vicino all’istituto agrario Marisa Bellisario frequentata a quell’ora da solo coppie in cerca di intimità. Trovato cadavere alle 7 di mattina del giorno successivo, in un canale, da una bidella che in un primo momento lo scambiò per un sacco della spazzatura: il corpo orribilmente ustionato, ferite da taglio all’addome, sul volto i segni evidenti di morte per impiccagione. Tracce di sangue tra l’erba bruciata portavano a un albero, da un ramo pendeva un cavo elettrico che formava un cappio rudimentale, aperto. Sull’asfalto un coltello insanguinato. Due le ipotesi: s’è suicidato oppure qualcuno l’ha prima accoltellato, poi impiccato, infine bruciato. Notte di venerdì 31 maggio una strada che corre vicino a una scuola, l’istituto agrario Marisa Bellisario, in via Manera, Mondovì, provincia di Cuneo (Massimo Numa, Sta).

Freddo A causa del troppo freddo e delle troppe piogge (un maggio così non si vedeva dal 1991) i danni per i coltivatori, dice Coldiretti, arrivano già a 1 miliardo di euro. Mancheranno il riso (meno 35-40%) ma anche il mais (meno 40-50%) e il foraggio (meno 35%). Mais e fieno sono gli alimenti principali per i bovini, e dunque saliranno i prezzi di carne e latte. Problemi seri anche per il vino, perché i terreni bagnati impediscono la lotta contro le malattie della vite. Per la frutta, in Veneto, con il freddo che ha fatto cadere i fiori, si è già perso il 70% di mele, ciliegie e albicocche (Jenner Meletti, Rep).

(a cura di Roberta Mercuri)