Rassegna, 31 maggio 2013
Le mani della Cina sul cibo made in Usa
• Smithfield Foods, uno dei più antichi e grandi produttori di carne suina in America, ha annunciato la cessione dell’attività al colosso cinese Shuanghui International. Anche se l’azienda ha assicurato che la vendita «mira a portare più carne di maiale sulle tavole dei cinesi e non viceversa», l’accordo da 4,7 miliardi di dollari ha gettato nel panico salutisti, ambientalisti e medici Usa. «Le crescenti esportazioni di cibo dalla Cina agli Stati Uniti sono un potenziale rischio per la salute degli americani», scrive il New York Times in un lungo articolo che cita i dati del dipartimento dell’Agricoltura secondo cui l’anno scorso gli Usa hanno importato quasi due milioni di tonnellate di prodotti alimentari cinesi. Scrive la Farkas sul Cds: «Dal pesce ai mandarini, dai funghi al tonno e dal succo di mele all’aglio e alle spezie, ormai è quasi impossibile non ritrovarsi nel piatto uno dei tantissimi prodotti alimentari made in China. L’invasione è continuata nonostante gli scandali finiti sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo, dal latte in polvere alla melamina, dal riso al cadmio al maiale al clenbuterolo: tutte sostanze altamente tossiche».
• «Pechino ha bisogno di aumentare il consumo di proteine nella popolazione, ma non riesce a produrre carni di qualità, come hanno dimostrato i maiali morti che galleggiavano a marzo nel fiume di Shanghai. Quindi ricorre alle risorse naturali e alla tecnologia americana. Secondo il dipartimento all’Agricoltura, l’anno scorso la Cina ha importato 61.000 tonnellate cubiche di carne dagli Usa, e il totale salirà a 175.000 tonnellate nel 2013». [Mastrolilli, Sta]