28 maggio 2013
Tags : Giudice unico
Appunti sul Giudice unico (articolo del 10/12/98)
• La riforma del giudice unico è stata varata nel luglio del ’97, l’entrata in vigore, prevista per il 2 giugno ’98, è stata rimandata al 2 giugno ’99 e ora è in discussione un ulteriore rinvio. Il guardasigilli Oliviero Diliberto vuole tenere ferma questa data. La riforma prevede l’unificazione degli uffici del tribunale e della pretura e una ripartizione delle competenze tra giudice monocratico e collegi giudicanti (ora unico giudice monocratico è il pretore), estendendo i casi in cui il giudice decide da solo.
• «Nessuno è disposto ad accettare l’idea che, siccome ciascun giudice è Dio in terra ed è depositario della verità rivelata, è inutile impegnarne tre nel giudicare» (Carlo Taormina). [il Giornale 9/12/98].
• «La riforma prevede, in soldoni, che le preture si unifichino con i tribunali e le procure presso le preture con le preture presso i tribunali. Si liberano così ”risorse” (ovvero giorni di lavoro, giudici, pubblici ministeri e personale amministrativo), si abbreviano i tempi oggi catastrofici dei processi». [Giuseppe D’Avanzo, Cds 10/12/98].
• Prima che il giudice unico entri in vigore è necessario approvare altri disegni di legge: la depenalizzazione dei reati minori, aumento delle competenze del giudice di pace, istituzione dei tribunali metropolitani (ridefinizione delle circoscrizioni giudiziarie che moltiplica gli uffici delle grandi città), riforma del procedimento dinanzi al giudice monocratico (il processo davanti al pretore attualmente è semplificato e non può essere esteso ai nuovi reati che rientreranno nella sua competenza). In caso di mancata approvazione «sarà il disastro. Ma sarebbe un disastro anche un ulteriore rinvio, che demotiverebbe ogni spinta al cambiamento» (Vittorio Borraccetti, segretario generale di Magistratura democratica). [Corriere della Sera 10/12/98; Ida Dominijanni, il manifesto 10/12/98].
• «Con l’abolizione delle preture e delle relative procure, perderanno il posto circa 240 magistrati, che saranno reintegrati secondo le esigenze e non necessariamente in ruoli dirigenti, con buona pace delle aspettative di carriera. Poi ci sono preoccupazioni meno egoistiche: che possano azzerarsi alcune professionalità, ad esempio in materia ambientale» (Vittorio Borraccetti). [Ida Dominijanni, il manifesto 10/12/98].
• Con la riforma occorre l’1-1,7 per cento in più di aule. «Se i magistrati accettassero di portare le udienze settimanali da quattro a sei giorni, si recupererebbero il 50 per cento delle aule. Quel che manca potrebbe venire da doppi turni di udienza, alla mattina e al pomeriggio» [Giuseppe D’Avanzo, Cds 10/12/98].
• «(La consorteria togata) vede come fumo negli occhi il giudice unico perché, per dirla chiara, azzera con un frego quasi quattrocento incarichi semidirettivi e costringe i magistrati a lavorare di più, meglio, con maggiore responabiità e cura».