Fior da fiore, 28 maggio 2013
Amministrative: perde Grillo, sale il Pd • In fuga dalle urne quattro elettori su dieci • È morto Little Tony • Le ferrovie tedesche schierano droni contro i graffitari • Aziende che assumono usando (anche) la grafologia
Amministrative 1 Alle amministrative, tracollo di Grillo: i 5 Stelle non raggiungono il ballottaggio in nessuno dei sedici capoluoghi. Si riaffaccia il bipolarismo: i grandi partiti sono di nuovo due e, nel rinnovato confronto tra Pd e Pdl, risultano in testa i candidati sindaco del centrosinistra, che avrebbero vinto al primo turno in cinque capoluoghi di provincia su sedici (Vicenza, Sondrio, Massa, Pisa, Isernia) e si avviano alla volata finale del secondo turno negli altri. A Roma, Ignazio Marino per ora distacca di 13 punti Gianni Alemanno. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Amministrative 2 A votare è andato il 62,4 per cento dei 6.901,249 italiani che avevano diritto. Più o meno 4 milioni e 200 mila. Il resto, quattro elettori su dieci, ha preferito stare a casa facendo crollare l’affluenza del 14,8 per cento (differenza fra il 77,2 per cento del 2008 e, appunto, il 62,4 per cento di ieri). La maglia nera dell’astensionismo spetta a Roma, dove ha votato appena un elettore su due (52,8%), con un crollo di 21 punti percentuali sulle precedenti consultazioni del 2008.
Amministrative 2 «Ha vinto l’astensionismo e ha perso Beppe Grillo. Forse come sintesi è un po’ brutale, eppure coglie i due aspetti più vistosi di un voto amministrativo che probabilmente stabilizzerà il governo, rassicurando un po’ il Pd sulla propria tenuta. [....]La spiegazione di quanto è successo fra ieri e domenica, con percentuali che a Roma hanno toccato appena il 53 per cento, e poco più del 60 sul piano nazionale, suona come un giudizio negativo per tutti. Incluso il Movimento 5 Stelle, che cerca di scaricare sui “partiti tradizionali” un tracollo che riguarda anche le sue falangi: a conferma che Beppe Grillo è il sintomo più vistoso ma non la risposta alla crisi del sistema. Fa un po’ sorridere il candidato grillino a sindaco di Roma che attribuisce la sconfitta all’“oscuramento” dei media. Vittimismo da partito come gli altri; e spiegazione che sa di autoinganno, perché Grillo è cresciuto grazie alla connotazione antisistema e all’assenza sui mezzi di comunicazione. Ma questo è solo uno degli aspetti di una transizione in pieno svolgimento. Ormai sta diventando evidente che si può anche vincere in una gara a chi cala di meno. Eppure, la vera svolta arriverà solo quando qualcuno riuscirà a riportare a votare una parte degli astenuti. [...] Le difficoltà del Pdl un po’ ovunque, e il tramonto del potere leghista in una città-roccaforte del Veneto come Treviso dicono che nessuno ha più a disposizione un blocco sociale acquisito per sempre. C’è un elettorato parcheggiato nel limbo, e pronto ad appoggiare ora l’uno, ora l’altro a seconda del momento. E si delineano fronti radicali e potenzialmente contrapposti, che il governo di Enrico Letta riconcilia in modo miracoloso e temporaneo. Il problema sarà, nel medio periodo, farli diventare interlocutori credibili di quell’Italia che non vota più, senza esserne travolti». (Massimo Franco, Cds)
Little Tony Little Tony, vero nome Antonio Ciacci, morto ieri sera a 72 anni in una clinica romana dove era ricoverato da tre mesi per un cancro. Simbolo del rock and roll all’italiana, il nostro Elvis Presley, con canzoni come Cuore Matto o Riderà, è entrato nell’immaginario collettivo di almeno tre generazioni.
Ciacci «Little Tony, pur essendo nato a Tivoli il 9 febbraio 1941, veniva dalla Repubblica di San Marino, dove, all’inizio del Novecento, viveva la famiglia Ciacci, molti fratelli di origine toscana, quattro dei quali si trasferirono a Roma. Uno era il nonno di Little Tony, che ebbe tredici figli, il settimo dei quali, Settembrino, era chitarrista, e il nono, Novino, fisarmonicista e cantante. I due con un terzo fratello suonano in compagnie teatrali e in varie occasioni, dai matrimoni alle feste di piazza. La loro storia si replica quando i tre figli di Novino, Antonio, Alberto e Enrico Ciacci, si mettono a fare musica con strumenti-giocattolo: Enrico, bimbo prodigio, suona e studia la chitarra, Alberto è un buon fisarmonicista, Tony invece si limita a maneggiare senza entusiasmo bonghetti e maracas. Nel 1954, con l’arrivo dagli Stati Uniti dei primi brani di rock’n’roll, Tony scopre la sua vocazione. A tredici anni è già in grado di imitare alla perfezione Little Richard e Bill Haley, usando testi creati in inglese maccheronico. Nel 1956 il colpo di fortuna: papà Novino si sta esibendo in canzoni romantiche e napoletane in un ristorante di Grottaferrata. Little Tony è lì anche lui quando una comitiva di turisti americani chiede a gran voce di ascoltare del rock’n’roll. Tony si lancia e comincia a cantare con i fratelli. Il successo è trionfale al punto che gli americani lasciano 50mila lire di mancia. Da quel momento il “core business” passa nelle mani e nelle voci dei tre fratelli Ciacci che cantano in trattorie, ristoranti, balere e teatri d’avanspettacolo. Proprio in uno di questi, lo Smeraldo di Milano, Little Tony viene notato da un impresario inglese, Jack Good, che lo convince a partire con i suoi fratelli per l’Inghilterra, dove nascono i Little Tony and his brothers. È il 1958: Little Tony incide un notevole numero di brani fa cui Lucille, Shake rattle and roll, Il barattolo e Sassi. Il grande pubblico italiano lo scopre al Festival di Sanremo del 1961, dove Little Tony, in coppia con Adriano Celentano, scende in gara con 24mila baci che si piazza al secondo posto. Little Tony diventa uno dei cantanti più popolari d’Italia e addirittura un sex symbol maschile adorato dalle ragazze [....] (Mario Luzzatto Fegiz, Cds).
Elvis Presley Boulevard Davanti alla porta della sua villa romana, due grandi automobili americane a tinte pastello; nel vialetto del parco, un cartello stradale con su scritto Elvis Presley Boulevard; sul muro, pezzi di Ferrari appesi come cimeli di pop- art (Gino Castaldo, Rep).
Graffitari Le ferrovie tedesche hanno deciso di combattere i graffitari – che l’anno scorso, con 14 mila attacchi, hanno fatto danni per 7,6 milioni di euro - coi droni. «Il progetto è abbastanza semplice. Una flotta di mini-elicotteri rossi pilotati da terra con il logo di Deutsche Bahn, dotati di apparecchiature con sensori a raggi infrarossi in grado di effettuare le riprese, verrà utilizzata nel tentativo di cogliere in flagrante i graffitari. Per evitare di violare il diritto alla riservatezza dei cittadini, gli ordigni volanti saranno schierati solo in zone di proprietà della compagnia tedesca, come depositi ferroviari e stazioni. Ma è lì che il nemico agisce. Alimentati a batteria, i droni anti-graffiti avranno un’autonomia di ottanta minuti ed eseguiranno le loro perlustrazioni, quasi silenziosamente, a un’altezza di 150 metri e a una velocità di 80 chilometri all’ora. Un operatore a terra li potrà guidare, una volta accertati movimenti sospetti, e il materiale registrato servirà a perseguire gli autori dei reati. Ogni velivolo costerà 60.000 euro e i primi test sono in programma nelle prossime settimane» (Paolo Lepri, Cds)
Grafologia 1 In tempi di crisi, in cui non si può sbagliare un’assunzione, cresce il numero delle persone che vengono scelte anche con l’analisi della scrittura. La grafologia è usata in Francia nel 50 per cento dei colloqui di lavoro e in Olanda nel 24 per cento, mentre in Italia siamo ufficialmente al 6 per cento. Numeri bassi - dicono diversi esperti grafologi chiamati a consulto abitualmente da piccole e grandi aziende in cerca di assunzioni o in via di ristrutturazione, da cacciatori di teste e direttori del personale - «perché molte imprese non lo ammettono ufficialmente, quasi fosse una stregoneria e non una scienza umanistica» (Caterina Pasolini, Rep).
Grafologia 2 Olivetti per scegliere i suoi uomini usava la grafologia. Lo stesso Franco Tatò, storico manager, ha raccontato di essere stato assunto alla Olivetti probabilmente anche grazie a quel test allora innovativo (ibidem).
(a cura di Roberta Mercuri)