Rassegna, 27 maggio 2013
Siria, in campo quaranta Paesi
• Fa notare Olimpio sul Cds che in Siria stanno combattendo decine di nazionalità. «L’aspetto più evidente è quello dei “volontari”. Al fianco degli insorti sono arrivati militanti da quasi tutti i Paesi dell’Unione Europea. Gli ultimi rapporti sostengono che sarebbero circa 800, con un buon numero di francesi. Ci sono poi jihadisti kosovari, bosniaci, canadesi, scandinavi e ceceni. Il grosso è però rappresentato dai nordafricani. I tunisini, come raccontano le decine di storie dedicate ai martiri. I libici che ricambiano il favore, i salafiti egiziani. Poi quelli libanesi che identificano la Siria come il nemico storico. Una lista piuttosto lunga, che viene enfatizzata da quanti temono, un giorno, il rientro in patria di tanti islamisti. Paure alimentate dalla presenza delle formazioni estremiste (come Al Nusra) e dall’azione nell’Est dello Stato Islamico dell’Iraq, sigla usata da Al Qaeda. (…) Sulla barricata opposta non stanno a guardare. Russia, Iran e Iraq mandano munizioni, mezzi, petrolio e consiglieri per puntellare Assad. Una presenza defilata quanto attiva. Il lavoro sporco lo lasciano agli Hezbollah libanesi e ai loro “fratelli” iracheni. Diverse migliaia di miliziani sciiti hanno permesso ad Assad di riconquistare posizioni».