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 2013  maggio 27 Lunedì calendario

Zucchero


• Lo zucchero avanzato nelle bustine da bar forma nell’anno una montagna di sette tonnellate, pari al consumo di una città come Verona.

• Nel 1575 l’agronomo francese Olivier de Serres osservò che cuocendo la barbabietola (Beta vulgaris), usata per nutrire le bestie, si otteneva un succo dolce. Il primo zuccherificio industriale da barbabietola fu impiantato in Slesia nel 1802, quando il chimico tedesco Franz Karl Achard riuscì a trovare il sistema per estrarre la sostanza dolce dall’ortaggio. Nel 1806, col blocco voluto da Napoleone alle importazioni inglesi, si verificò una carenza di zucchero e le piantagioni di barbabietola furono incoraggiate in tutta Europa, che in tal modo diventò indipendente dalla fornitura delle colonie.

• Stupore del generale macedone Nearco, che accompagnò le campagne militari di Alessandro Magno, nel vedere un "miele che non aveva bisogno di api" utilizzato nei territori orientali.

• Nelle bustine standard stanno sei grammi di zucchero, cioè due cucchiaini abbondanti.

• La bustina contenente zucchero, inventata a Philadelphia nel 1862 da un certo Partridge, oppure in Francia nel 1909 da Ernest Picard, secondo il quale avrebbe protetto il prodotto "dalle mosche e dai microbi".

• Le zuccheriere aperte sul bancone del bar messe al bando da una direttiva europea nel 2001. Non per motivi igienici, ma per consentire l’etichettatura del prodotto e la sua tracciabilità.

• Zucchero, composto chimico il cui nome sarebbe saccarosio. La molecola è composta da glucosio e fruttosio.

• La parola zucchero viene dal sanscrito "sarkara" o "sakkara" che vuol dire sabbia. Da quello derivano il greco "saccaron", l’arabo "sukkar", il latino "saccharum". Gli arabi lo chiamavano anche "tabaxir", che voleva dire succo.

• Nel Medioevo il tabaxir era raccomandato "a proposito negli ardori così interiori come esteriori ed è utile anche nelle febbri coleriche e nelle dissenterie".

• Una leggenda delle isole Salomone, nell’Oceano Pacifico, dice che uomini e donne germogliarono da una canna da zucchero.

• La canna da zucchero, portata dagli abitanti delle isole polinesiane in Cina. Qui i persiani nel 510 a.C. trovarono piantagioni del vegetale da cui si ricava uno sciroppo dolce che, una volta asciugato, si trasformava in cristalli. Portarono le piante in Medio Oriente.

• Genovesi e veneziani dell’XI secolo lo importavano col nome di "sale arabo". Fu Federico II a voler impiantare la canna da zucchero in Sicilia. Invece gli spagnoli la portarono a Cuba e nel Messico, i portoghesi in Brasile, i francesi e gli inglesi nelle Antille.

• Si narra che l’ingresso di Napoleone III a Valenciennes fu salutato da un arco di trionfo intrecciato di barbabietole.

• Il primo zuccherificio italiano fu costruito nel 1888 e, tra il 1895 e il 1900, ne sorsero altri venticinque, che andarono via via aumentando negli anni successivi. Nel 2002 erano operativi venti zuccherifici con una produzione di 1.410.000 tonnellate. Ora ne sono rimasti solo 4: nel 2006 una riforma adottata dalla Commissione europea ha obbligato l’Italia a rinunciare al 67% della produzione nazionale (che ora è di circa 500.000 tonnellate, cioè il 30% del fabbisogno).

• Dal 2006 a oggi le superfici coltivate a barbabietola in Italia sono scese da 250mila ettari a circa 50mila.

• Più grandi produttori di zucchero di canna: Brasile (circa 700 milioni di tonnellate l’anno); India (280 milioni); Cina (quasi 120 milioni di tonnellate). Più grandi produttori di zucchero di barbabietola: Francia (circa 35 milioni di tonnellate); Stati Uniti (26 milioni); Germania (poco meno di 26 milioni).

• Circa tre quarti della produzione mondiale di zucchero (146 milioni di tonnellate) provengono dalla canna da zucchero.

• La molecola di zucchero estratta dalla barbabietola e quella estratta dalla canna sono uguali. Unica differenza: il sapore, che cambia perché lo zucchero bianco non contiene residui e impurità al contrario di quello di canna.

• Un grammo di zucchero apporta 14 calorie.

• Lo zucchero fornisce il 7% delle calorie bruciate ogni giorno sul pianeta.

• La Stevia rebaudiana bertoni, pianta sudamericana che produce una sostanza 300 volte più dolce dello zucchero a zero calorie.

• In Italia il consumo pro capite di zucchero è di circa 26 chili l’anno, contro una media europea di 32 chili.

• Dice la Texas University che l’uso di surrogati dello zucchero, come aspartame e saccarina, aumenta del 41% il rischio di ingrassare perché credendo di avere la coscienza a posto, dicono gli scienziati, si mangia di più.

• "Lo zucchero è un prodotto naturale. Alle mie figlie non darò mai dolcificanti" (Michelle Obama).

• Lo zucchero, bandito dalla tavola di Nicole Kidman.

• L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda che gli zuccheri "liberi" (quindi non i carboidrati complessi come l’amido di pasta e riso) non superino il 10% dell’assunzione giornaliera di energia totale.

• I telescopi della Nasa hanno individuato zucchero ghiacciato nella nebulosa Sagittarius B2.

• Per allenarsi a portare la corona la regina Elisabetta talvolta gira per i corridoi di palazzo tenendo in testa un sacchetto pieno di zucchero (rivelazione di un maggiordomo).

• Durante la Grande Guerra, in pieno razionamento alimentare, Katja, moglie di Thomas Mann, rinunciava allo zucchero e lo toglieva anche ai figli per permettere al consorte di addolcire il tè a suo piacimento. Una volta un ospite in visita si stupì a voce alta della zuccheriera ricolma. Lo scrittore allora lo guardò sorpreso: "Perché in Germania manca lo zucchero?".

• Come si fa lo zucchero filato: lo zucchero è versato, magari insieme a qualche colorante, nella parte centrale dell’apposita macchina. Da qui, riscaldato e fuso, fuoriesce da forellini minuscoli, ma al contatto con l’aria esterna si solidifica di nuovo in fili sottili che, essendo molto appiccicosi, basta catturare e avvolgere su un bastoncino di legno.

• Gli inventori dello zucchero filato, nel 1897, sono William Morrison e John C Wharton, barbieri di Nashville, Tennesse.

• Altri usi dello zucchero: un cucchiaio nell’acqua di lavaggio rende più resistenti calze e collant.

• "Basta un poco di zucchero / e la pillola va giù / la pillola va giù / la pillola va giù / Basta un poco di zucchero / e la pillola va giù / tutto brillerà di più!" (Mary Poppins).

• Per il Princeton Neuroscience Institute lo zucchero crea dipendenza come una droga, scatena i sintomi di astinenza, più se ne mangia più se ne vorrebbe, modifica la chimica del cervello come la cocaina.