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 2013  maggio 25 Sabato calendario

Un attacco a Kabul: ferita un’italiana • Il governo promette l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti • Sempre più inquilini non pagano il condominio • Breve guida sulle mance nel mondo


Kabul A Kabul, poco dopo le sedici, un’autobomba, probabilmente guidata da un attentatore kamikaze, è esplosa e ha abbattuto la cancellata di accesso alla palazzina dell’International organization for migration (Iom), l’organizzazione affiliata alle Nazioni Unite che dal 1992 si occupa del problema profughi. Due gruppi di uomini armati hanno fatto irruzione nel complesso: gli agenti della polizia afghana hanno risposto al fuoco. Una guardia nepalese (di quelle impiegate dall’Onu) e un poliziotto fuori servizio sono rimasti uccisi insieme a diversi assalitori. Barbara De Anna, funzionaria italiana presente nella palazzina, ha fatto appena in tempo a inviare un sms all’ambasciata. «Siamo sotto attacco». Poi è rimasta gravemente ferita, sembra da alcune granate: ha ustioni sul 90% del corpo. È stata ricoverata all’ospedale di Emergency, poi in quello della base Usa di Bagram, in attesa di essere trasferita all’ospedale americano di Ramstein in Germania, specializzato in ferite da esplosione. Ieri sera, a sei ore dall’inizio dell’attacco, si sparava ancora. Finora incerto il numero di vittime e feriti.

Partiti/1 Il governo ha deciso l’abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti. Il premier Enrico Letta: «I cittadini, se vogliono, potranno destinare l’uno per mille dell’imposta sul reddito». Saranno cancellate le norme attuali, che nonostante il referendum del ’93 hanno reintrodotto il finanziamento pubblico ai partiti mascherandolo da rimborso elettorale. Semplificate, inoltre, le procedure per i contributi dei privati in favore dei partiti: per garantirne «la tracciabilità» saranno stabilite «procedure rigorose in materia di trasparenza di statuti e bilanci dei partiti». Verranno introdotti anche «meccanismi di natura fiscale, fondati sulla libera scelta dei contribuenti»: una sorta di 5 per mille per i cittadini che vogliono sostenere i partiti, a cui lo Stato darà solo un «sostegno non monetario», utile al funzionamento, cioè «strutture e servizi» come spazi tv e radio e riduzione dei costi di spedizione.

Partiti/2 Il finanziamento pubblico ai partiti fu introdotto nel 1974 con l’idea che i soldi statali avrebbero annientato la corruzione. Da allora non si sa quanti soldi siano stati distribuiti: si pensa non meno di 10 miliardi attuali. Nel solo decennio dal 2001 al 2010, periodo durante il quale il Pil procapite reale si riduceva in Italia del 4%, i rimborsi elettorali passavano da 101 a 285 milioni di euro: un aumento del 182%. Analizzando i bilanci dei partiti salta fuori che il contributo statale è ormai per tutti la porzione più consistente delle risorse, avendo soppiantato le fonti tradizionali dei partiti: tessere, sottoscrizioni, fondi privati. Per esempio nel 1994 queste ultime rappresentavano il 53,8% degli introiti del Pds. Per il Partito democratico, nel 2010, non andavano oltre il 10,7%: il restante 89,3 erano denari pubblici. La Lega Nord rastrellava nel 1994 da iscritti, militanti e qualche donatore, oltre metà (il 52,5%) delle proprie disponibilità: la quota si era ridotta nel 2010 al 38,3%. Tuttavia la Lega risultava, con il 61,7%, il partito meno dipendente dai contributi statali. Il Pdl sfiorava il 70%. Rifondazione comunista, nonostante fosse fuori dal Parlamento, ricavava l’87,2% dai rimborsi elettorali (Rizzo e Stells, CdS).

Condomini Secondo gli ultimi dati di Confabitare, associazione dei proprietari immobiliari, nel primo quadrimestre del 2013 il numero di inquilini che non paga il condominio è cresciuto in tutta Italia, specialmente nelle grandi città del sud: in testa è Catania, con un +32,5%, seguita da Napoli (+32%) Palermo (+30%) e Bari (+29,5%). A Padova +28,7%, Venezia + 26%, Genova +25% e Cagliari +24,3%. Va meglio a Firenze dove l’incremento è del 22,7%, a Roma e Milano dove si registrano rispettivamente +22,6 % e +21,5%. I condomini dove la cassa piange meno sono Torino (+20,5%) e Bologna dove si registra solo +17% (Ananasso, Rep).

Mance Breve guida sulla mancia nei ristoranti (tratta da Mancia istruzioni per l’uso, preparato da Fipe, Adapt e Hotrec Hospitality Europe). In Giappone la mancia lascia perplessi i camerieri perché gentilezza, rigore e rapidità non sono optional da ricompensare ma il minimo dovuto al cliente. In Germania e nei Paesi nordici si agisce senza obblighi. In Spagna si va sulla percentuale del conto, in Inghilterra è consuetudine lasciarla a meno che il conto non segnali il servizio incluso, in Francia c’è libertà e la percentuale oscilla fra 15 centesimi e 2,30 euro. In Polonia è maleducazione non dare mancia. In Italia non si chiede ma neppure si rifiuta. Raramente viene data nei locali gestiti dai proprietari, quasi sempre se c’è personale di servizio. Negli Stati Uniti, dove i parametri retributivi dei camerieri non vengono aggiornati, spetta al cliente obbligatoriamente integrare la loro magra paga con una mancia che parte dal 15%. Quindi nei menù c’è la scritta «Service not Included» e al momento di portare il conto i camerieri non mancano mai di ricordare ai clienti europei che devono versare l’extra che qualche volta viene addirittura calcolato alla cassa (Paracchini, CdS).

(a cura di Daria Egidi)