Rassegna, 23 maggio 2013
Penati non va in aula, prescritte le accuse sulle tangenti
• L’ex presidente della Provincia di Milano Filippo Penati ieri non si è presentato per l’ennesima volta all’udienza del processo sul «sistema Sesto» a Monza e così è scattata la prescrizione per l’accusa di concussione per induzione in relazione agli appalti per la riqualificazione delle ex aree industriali Falk e Marelli a Sesto. Restano in piedi nei confronti dell’ex esponente Pd le accuse di corruzione e finanziamento illecito. Quasi comica la scena dell’avvocato di Penati, che non vendendolo arrivare, lo chiama davanti ai giudici e poi ammette: «Non ho ricevuto nessun mandato, non posso decidere per lui se accettare o meno la prescrizione». [Berni, Cds]
• «Penati non ha rinunciato alla prescrizione, come aveva promesso di fare, e oggi mistifica la realtà, affermando che impugnerà il provvedimento» (tweet di Roberto Saviano).
• Le accuse nei confronti di Penati riguardano il periodo durante il quale ha ricoperto la carica di sindaco a Sesto San Giovanni, dal 1994 al 2001. Ieri è caduta in prescrizione l’accusa per una mazzetta da 4 miliardi di lire che sarebbero stati versati in Svizzera dall’imprenditore, nonché politico Pdl, Giuseppe Pasini attraverso l’altro imprenditore Piero Di Caterina per la riqualificazione delle ex aree Marelli e Falk. Rimangono in piedi le accuse di corruzione e finanziamento illecito, ovvero due milioni di euro pagati dall’ex amministratore del gruppo Gavio, Bruno Binasco attraverso il camuffamento di una caparra sulla vendita di un immobile, versati a Di Caterina il quale per altro parlò anche di «elargizioni da 20-30 milioni di lire al mese», e quindi svariate centinaia di migliaia di euro raccolti, secondo le accuse, attraverso la fondazione «Fare Metropoli» dall’amico architetto Renato Sarno. [Colonnello, Sta]