Rassegna, 22 maggio 2013
Stato-mafia, Napolitano non deporrà sulle intercettazioni
• Il giudice che lunedì aprirà il processo per la trattativa Stato-mafia ha stabilito che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano può essere citato, ma nell’audizione non si potrà mai fare riferimento «a tutte le circostanze relative alle sue conversazioni con Nicola Mancino». L’ordinanza porta la firma del presidente della seconda sezione della Corte d’assise, Alfredo Montalto, che per il resto ha autorizzato tutta la lista dei 90 testimoni presentata dal legale delle parti civili, l’avvocato Fabio Repici. È stata ritenuta legittima anche la citazione di Silvio Berlusconi: «Per riferire sull’affidamento di un incarico ad Ezio Cartotto da parte di Marcello Dell’Utri per la creazione di una nuova forza politica». Sul nome di Napolitano, il «numero 67 della lista delle parti civili», il presidente della corte è stato perentorio: «È esclusa l’audizione, più in generale, su tutte le attività anche informali connesse alla funzione di presidente della Repubblica da ritenersi coperte da riservatezza di rilevanza costituzionale, secondo quanto affermato dalla Corte Costituzionale con sentenza del 4 dicembre 2012». È la sentenza che ha risolto il conflitto di attribuzione fra il Quirinale e la Procura, disponendo la distruzione delle quattro telefonate fra il capo dello Stato e Nicola Mancino, l’ex ministro imputato di falsa testimonianza nel processo che si aprirà lunedì. [Palazzolo, Rep]