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 2013  maggio 16 Giovedì calendario

La Merkel cambia linea: l’austerity non basta

• Scrive Bonanni su Rep che «nei palazzi del potere a Berlino ci si interroga sul perché la politica del “consolidamento” dei conti pubblici, come qui preferiscono chiamarla, pur avendo garantito la prosperità della Germania, non abbia funzionato nel resto dell’Unione europea. La processione dei capi di governo che, da Hollande a Letta, da Rajoy a Socrates, arrivano nel palazzo di vetro di Angela Merkel per snocciolare le cifre della disoccupazione a casa loro, spiegare le terribili pressioni politiche a cui sono sottoposti in Parlamento e chiedere di dare la priorità alla crescita non è passata invano. Così, sia pure con la metodica lentezza che è propria del processo decisionale tedesco, anche i vertici di Berlino si sono resi conto che il più grave deficit di cui l’Europa si deve preoccupare non è quello dei conti pubblici, ma quello della competitività. E che dunque la priorità massima, oggi, non deve essere data ai bilanci, quanto alla capacità di varare quelle riforme strutturali che sole possono restituire ai Paesi europei la facoltà di produrre ricchezza e di competere sui mercati internazionali creando così nuovi posti di lavoro».