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 2013  maggio 16 Giovedì calendario

Bambola


• Ragazzine fanno la fila al negozio My London Girl per comprare bambole alte 46 centimetri uguali a loro. Le pupe si chiamano Mini Me, disponibili in quarantaquattro sfumature di occhi e di pelle, e trenta acconciature. Se la somiglianza non è abbastanza precisa, intervengono i parrucchieri delle bambole che sistemano lunghezza, frangia e riga dei capelli. Prezzo: 79 sterline. Minimo 25 sterline per i vestiti (uguali modelli per le padroncine costano 35 sterline). A parte gli accessori.

• La parola "bambola" è il diminutivo femminile di "bambo", cioè bambino.

• "Pupilla", vocabolo latino diminutivo di "pupula", a sua volta diminutivo di "pupa", che significa "bambola". La pupilla si chiama così perché l’immagine che si vede riflessa nell’occhio è molto rimpicciolita, in senso figurato è come una bambola rispetto al vero corpo umano. Dunque "pupilla" è sinonimo di "bambolina". (Etimologia ricostruita dal poeta Valerio Magrelli).

• Pediofobia: paura di essere seguito o guardato dalle bambole.

• Alfred Hitchcock spedì alla figlia di Tippi Hedren, sua attrice prediletta, una bambola con le sembianze della madre chiusa in una bara di pino.

• La prima bambola gonfiabile: commissionata nel 1941 da Hitler al dottore danese Olen Hannussen. Secondo sue istruzioni doveva essere in plastica galvanizzata, "somigliante a una bella donna di pelle bianca, capelli biondi, dolci occhi azzurri, alta 1,76, labbra e seni giganti, gambe, braccia e testa articolate e un ben disegnato ombelico". Da trasportare ripiegata nello zaino di ogni soldato del Reich. La fabbrica di Dresda che avrebbe dovuto produrla fu però bombardata.

• Il pittore Oskar Kokoscka abbandonato da Alma Mahler, che gli preferì Gropius, si fece fare dalla bambolaia Emma Moos un manichino in tutto e per tutto uguale all’ex. Nelle dodici lettere spedite all’artigiana chiedeva di riprodurre la piega del collo, la curva del ventre, la pelle di pesca, i capelli rosso Tiziano, la simmetria delle parti intime. Voleva inoltre che potesse dischiudere le labbra e abbassare le palpebre. Fu deluso dal risultato (scrisse che gli sembrava "un ridicolo fantoccio"), ma non tanto da non portarsela a teatro.

• La Contessa Potocka mandò a Guy de Maupassant sei bambole profumate, copie delle dame che voleva invitare a cena con lui. Lo scrittore gliele rispedì tutte, con la pance gonfie di stracci, accompagnate dal biglietto: "Tutte in una sola notte".

• Trash Talkin’ Turleen, bambola incinta, coi bigodini, la sigaretta e una birra in mano. Premendo l’ombelico dice le parolacce. Il suo fidanzato si chiama Jerwayne, in canottiera e senza un dente.

• L’American Girl produsse la bambola senzatetto. Nel libro incluso nella confezione la sua storia: abbandonata dal padre, vive in macchina con la madre senza soldi.

• Orietta Berti ha un centinaio di bambole, tutte con abiti vaporosi.

• Nei negozi American Girl, i saloni di bellezza per bambole. Mentre ci si rilassa al bar, le estetiste fanno buchi alle orecchie delle pupazze (14 dollari), acconciano loro i capelli (10-25 dollari), puliscono il viso, rifanno il trucco e la manicure (12 dollari).

• Per dipingere gli occhi delle Bratz sono necessarie quindici passate di vernice.

• Marlene Dietrich non si separava mai da un bambolotto nero, che chiamava Negretto o Selvaggio a seconda delle occasioni.

• Esistono bambolotti con le fattezze di: Obama (con camicia e cravatta, volendo può impugnare una spada); Kate e Pippa Middleton; Hillary Clinton; John Fitzgerald Kennedy; George Washington; George Patton; Dwight Eisenhower; Colin Powell; George W. Bush (in divisa da pilota).

• Dolce Sasha e Meravigliosa Malia, le bambole di stoffa che sembrano le figlie di Obama.

• La prima volta che incontrò sua figlia Alina, Castro le regalò un bambolotto vestito come lui, con barba, cappello, stivali e stellette sulle spalline.

• Chiara Gamberale a vent’anni si comprò una Barbie, "su consiglio dell’analista".

• "Gefällt mir!" (mi piace): commento della Merkel quando ha visto la Barbie Cancelliera prodotta dalla Mattel tedesca (capelli a caschetto, tailleur pantalone scuro).

• Il pupazzo Donald Trump che urla "You’re fired" (sei licenziato).

• Dall’esordio (1959) è stato venduto più di un miliardo di Barbie (350.000 solo nel primo anno). La Mattel dice che se ne comprano tre al secondo.

• La prima Barbie costava 3 dollari. Su eBay nel 2004 quel modello valeva 3.552 dollari.

• La bambola più venduta in Egitto è Fulla (gelsomino), chiaramente musulmana. Indossa il velo sopra gonna e camicia, non ha il fidanzato, fa la dottoressa o l’insegnante, ha poco seno. Costa 13 euro.

• Le bambole più antiche sono di pezza: risalgono a 4000 anni fa e provengono dalla tomba di una bambina egiziana. Rappresentano donne adulte, con capelli di lana nera.

• Le bambine greche giocavano con bambole di creta tinte di rosso o turchino, oppure in legno con gli arti snodati.

• La bambola trovata nel sarcofago di Crepereia Tryphaena, a Roma: alta 23 centimetri, in avorio, tutta snodata, con fisico da adulta, aveva i buchi per gli orecchini, al dito due anelli e una chiavetta per aprire un cofanetto in cui erano contenuti pettinini in avorio e uno specchietto d’argento. Dalla sua acconciatura s’è capita la datazione della tomba (metà del II secolo d.C.).

• Copie della bambola di Crepereia in vendita sul sito riproduzionimuseali.com. Costo: 40 euro.

• La Barbie DeBeers, disegnata per i quarant’anni della bambola, con abito decorato da 160 diamanti e accessori in oro bianco. Prezzo: 85mila dollari.

• Thomas Edison, inventore della bambola parlante. Alta 22 centimetri, pesante quasi due chili, aveva la testa in biscuit, gli arti in legno e il torace in acciaio. Nel petto un piccolo fonografo azionato a manovella permetteva di ascoltare canzoncine e filastrocche. Prezzo: 10 dollari per la versione vestita con camicione di cotone bianco; quella più elegante 20-25 dollari (due settimane di stipendio per un impiegato). Ne furono vendute solo 500, in gran parte restituite.