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 2013  maggio 16 Giovedì calendario

Pil italiano in calo per il settimo trimestre consecutivo • La crisi colpisce i più poveri • L’impennata delle tasse sulla casa • Pd e Pdl divisi sulle intercettazioni • Arresti in Puglia per politici e imprenditori • Ingroia prende servizio ad Aosta ma si mette in ferie • Asta record per gli orecchini della Lollobrigida


Pil L’Istat ha registrato il settimo trimestre con il Prodotto interno lordo in calo: quasi due anni di recessione. Nei primi tre mesi del 2013 il Pil, dice l’Istat, è calato dello 0,5% che su base annua significa una contrazione del 2,3%. La diminuzione era attesa ma è stata superiore al previsto. L’economia è in affanno in tutta Europa dove, secondo i dati preliminari, il Pil è diminuito dello 0,2% contro il -0,1% atteso. Anche in Francia è stata registrata una contrazione dello 0,2% più ampia del previsto, la seconda consecutiva, che certifica l’ingresso in recessione del Paese mentre in Germania la variazione del Pil è tornata ad essere positiva dello 0,1%, seppure più debole delle aspettative. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Ricchi e poveri Dice l’Ocse che fra il 2007 e il 2010 (prima della crisi italiana, quindi ora i dati potrebbero essere molto più drammatici), il reddito disponibile dei 5 milioni di italiani che costituiscono il 10 per cento più ricco del Paese, si è ridotto dell’1 per cento l’anno. Ma per i 5 milioni di italiani del 10 per cento più povero del Paese il reddito si è ridotto del 6 per cento. Sono riduzioni anno per anno, non cumulate. Ciò vuol dire che, nelle famiglie ricche, in quei tre anni, il reddito si è ridotto del 3 per cento: invece di 5.000 euro al mese, per esempio, 4.850. Ma per i più poveri il taglio complessivo, nello stesso periodo, sfiora il 20 per cento: 800 euro al mese, per esempio, dove, prima, ne entravano 1.000. Nel 2007, il 10 per cento più ricco guadagnava 8,7 volte di più del 10 per cento più povero. Solo tre anni dopo, questo rapporto è passato a 10,2 volte, sopra la media dei Paesi Ocse (Ricci, Rep).

Case Lo studio condotto dalla Fondazione Hume per “La Stampa” sulla tassazione degli immobili ha preso in analisi il gettito degli ultimi tre anni: nel 2012 lo Stato ha incassato complessivamente 44,8 miliardi. Nel 2011 erano entrati 32,3 miliardi, nel 2010, invece, 32,9. L’impennata registrata nel 2012 si deve soprattutto all’Imu (il gettito è passato da 9,2 a 23,7 miliardi): complessivamente il prelievo è cresciuto di 9 miliardi nell’ultimo triennio, circa il 3%. Con le tasse sulla casa il Fisco ha incassato, sempre facendo riferimento al 2012, l’equivalente dello 0,8% del valore complessivo del patrimonio immobiliare (stimato dalla Banca d’Italia in 5mila miliardi di euro), l’equivalente di 1.700 euro a famiglia che erano 1.200 nel 2011 e 1.300 nel 2010 (Sodano, Sta).

Intercettazioni Il Pdl ha presentato un progetto che riprende il vecchio testo Alfano contro l’abuso delle intercettazioni. Il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, avverte: «Il Pdl non alzi la tensione. Il provvedimento sulle intercettazioni non è all’ordine del giorno e non sono una priorità né del Parlamento né del governo». E Beppe Grillo scrive sul blog: «Il silenzio catacombale delle istituzioni sui processi a Berlusconi è preoccupante. Vuol dire che questo signore ha strumenti di pressione ignoti, che usa come salvacondotto». Tra l’altro il progetto di riforma del Pdl è arrivato proprio quando alla Camera è stata avanzata la richiesta per l’autorizzazione all’ascolto di intercettazioni di Denis Verdini, Nicola Cosentino e Marcello Dell’Utri sulla P3.

Ilva Ieri sono stati arrestati: il presidente Pd della Provincia di Taranto, Giovanni Florido, l’ex assessore provinciale all’Ambiente Michele Conserva (tutti e due in carcere), l’ex direttore generale della Provincia Vincenzo Specchia (ai domiciliari) e l’ex dirigente dell’Ilva Girolamo Archinà (uomo delle relazioni pubbliche dello stabilimento, già in carcere dal 26 novembre 2012). Nell’ordinanza, scritta dal giudice Patrizia Todisco, si legge che gli indagati hanno agito con «spregio dei principi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione» avendo una «inquietante, forte inclinazione comportamentale ad asservire i pubblici poteri al conseguimento di obiettivi di favore economico a beneficio di determinati soggetti (ovviamente, non di soggetti qualunque)». Il reato ipotizzato è la concussione, nel periodo compreso fra il 2006 e il 2011. Abusando dei loro incarichi gli inquisiti avrebbero fatto pressioni per indurre un dirigente del settore Ecologia della Provincia (Luigi Romandini) «ad assumere un atteggiamento di generale favore nei confronti dell’Ilva». Volevano che firmasse autorizzazioni in materia ambientale («anche in assenza delle condizioni di legge») come quella per la discarica di rifiuti speciali pericolosi Cava Mater Gratiae all’interno dell’acciaieria. Romandini (che racconta di minacce di licenziamento) alla fine non firmò e fu trasferito in un altro ufficio. In cambio dei presunti favori fatti all’acciaieria della famiglia Riva al momento non risulta il pagamento di nessuna mazzetta.

Tapiro Il primo giorno di Antonio Ingroia al tribunale di Aosta (dove l’ha mandato il Csm in quanto unica città dove non era candidato alle elezioni di febbraio: si attende la delibera del Tar sul suo ricorso al trasferimento): arrivo puntuale alle 9.30, caffè con il procuratore capo Marilinda Mineccia, spostamento successivo nell’aula delle udienze dove il presidente del Palazzo di Giustizia certifica: «Il Tribunale dichiara Antonio Ingroia immesso nelle funzioni di sostituto procuratore della Repubblica presso la Procura di Aosta. Bene, auguri!». Consegna del Tapiro da parte del programma Striscia la notizia. Infine Ingroia avanza richiesta di ferie. Accordata: su 68 giorni non goduti la Procura ne concede 30 «per esigenze d’ufficio». Tornerà in servizio il 20 giugno, a meno che il Tar non accolga il suo ricorso.

Orecchini La casa d’aste Sotheby’s di Ginevra ha battuto un paio di orecchini in oro, perle e diamanti, appartenuti a Gina Lollobrigida, per 2,39 milioni di dollari (circa un milione e 850 mila euro): più del doppio del valore stimato. La cifra batte il record del 2011 detenuto dalla vendita di un paio di orecchini della Taylor. Lollobrigida ha deciso di mettere in vendita i suoi gioielli per finanziare la ricerca sulle staminali: «Contribuire ad accrescere la consapevolezza su terapie che possono curare così tante malattie, mi sembra il miglior uso possibile». Tutta l’asta ha fruttato 4,9 milioni di dollari, quasi quattro milioni di euro.

(a cura di Daria Egidi)