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 2010  febbraio 14 Domenica calendario

Ruby conosce Berlusconi

• Emilio Fede presenta ad Arcore Ruby a Silvio Berlusconi. Lui le telefona e le dice di prepararsi perché la vuole «portare fuori», ma non le dice dove e con chi. Passa a prenderla con l’auto blu e, scortati dai carabinieri, i due arrivano a casa del premier. [Vanity Online Style, 2/11/2010]

• Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori: «Avevo un tailleur pantalone color panna e una camicia con il collo alto, i capelli raccolti “a banana”». È con Priscilla, l’amica immobiliarista, e non conosce la destinazione. Quando è davanti al villone di Arcore strabuzza gli occhi e chiede di chi è. «Del presidente» risponde Priscilla. «M’è preso un colpo – dice Ruby – Io fino a pochi mesi prima dormivo su una panchina a Catania». Berlusconi le accoglie in giacca e golf blu. [Cinzia Leone, Il Riformista 3/11/2010] Il Cav. è «molto cortese». «Mi ha detto che ero elegantissima e che ho le gambe lunghissime. Io mi limitavo a dire "grazie". Non volevo dare troppa confidenza, non sapendo che tipo fosse». [Marianna Aprile, Oggi 11/2010]

• Giorgio Dell’Arti su Vanity: «Stando al verbale, casa di Berlusconi quella sera è piena di ragazze, che stanno intorno a due soli uomini: il settantaquattrenne presidente del Consiglio e il quasi ottantenne giornalista. A quanto se ne sa quella sera non succede niente di particolare. Ruby non resta a dormire e se ne torna a casa con un abito bianco e nero di Valentino e una manciata di cristalli Swarowski, tutti regali del premier». [Vanity del 3/11/2010] Tra le ragazze c’è anche Nicole Minetti.

• Ruby: «Dopo la cena, Berlusconi mi proponde di scendere presso il bunga-bunga dicendomi che il termine l’ha preso in prestito dal suo amico Gheddafi, e sta a designare una sorta di harem femminile, che si esibisce al piano inferiore della villa... Nel bunga-bunga tutte le ragazze sono completamente nude... Poi il presidente mi conduce nel suo ufficio, lasciandomi intendere che la mia vita sarebbe cambiata se io avessi accettato di partecipare al bunga-bunga insieme alle altre ragazze». [Gianni Barbacetto, Antonella Mascali, il Fatto Quotidiano 3/4/2011]