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 2013  maggio 14 Martedì calendario

La Boccassini, nella requisitoria di ieri, ha chiesto che Berlusconi sia condannato a sei anni di carcere e interdetto per sempre dai pubblici uffici

La Boccassini, nella requisitoria di ieri, ha chiesto che Berlusconi sia condannato a sei anni di carcere e interdetto per sempre dai pubblici uffici.

Stiamo parlando del processo Ruby.
Sì, i difensori hanno giudicato “altissima per il fatto storico contestato” la richiesta di condanna. La Boccassini, qui nella veste di pubblico ministero, ha parlato per quattro ore consecutive. Ha sostenuto che i testimoni della difesa «sono a libro paga di Berlusconi e sono stati costretti a mentire per questo», affermazione che ha suscitato le altissime proteste del difensore Pietro Longo. Secondo l’accusatrice, Ruby avrebbe incassato dal premier quattro milioni e mezzo di euro, come si capisce – dice – dai prelievi effettuati dai suoi conti, dalle intercettazioni telefoniche e da un biglietto sequestrato alla ragazza. Il fatto che lei neghi ogni rapporto sessuale col presidente del Consiglio, una volta accettata la teoria che «sono tutti a libro paga», evidentemente non conta.  

Vogliamo riassumere il fatto, per favore?
L’accusa più grave è la concussione, cioè Berlusconi avrebbe adoperato il suo potere per far fare agli agenti qualcosa che non potevano fare. È la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, Ruby è stata fermata dalla polizia e arriva la telefonata del premier, di cui esiste l’intercettazione: «Dottore, volevo confermare che conosciamo questa ragazza – dice Berlusconi al capo di gabinetto della questura di Milano, dottor Pietro Ostuni – ma soprattutto spiegarle che ci è stata segnalata come parente del presidente egiziano Mubarak e dunque sarebbe opportuno evitare che sia trasferita in una struttura di accoglienza. Credo sarebbe meglio affidarla a una persona di fiducia e per questo volevo informarla che entro breve arriverà da voi il consigliere regionale Nicole Minetti che se ne occuperà volentieri». Ruby non era la nipote di Mubarak, la Questura obbedì al premier senza badare a quanto aveva deciso il giudice dei minori Annamaria Fiorillo (che aveva disposto di trattenerla), la Minetti, appena uscita in strada, chiamò Berlusconi, gli disse «tutto a posto», poi passò il cellulare a Ruby e Ruby sentì il premier che le diceva: «Non sei egiziana, non sei maggiorenne, ma io ti voglio bene lo stesso». Questo lo ha raccontato lei.  

Poi c’è la storia del bunga bunga.
Nel primo interrogatorio, Ruby raccontò di aver partecipato a tre cene. Alcuni degli invitati da lei citati – per esempio George Clooney – l’hanno smentita. Nella prima non successe niente di rilevante e non restò a dormire. La seconda volta sapeva che sarebbe stato meglio passare la notte ad Arcore: «Te lo chiederà» le avrebbe detto Lele Mora «ma questo non vuol dire che dovrai fare sesso». Il padrone di casa glielo chiese, lei restò, non fece sesso. Però vide il bunga bunga, che sarebbe un gioco erotico molto spinto e, su questo, non voglio dire di più. Nel secondo interrogatorio, Ruby disse di aver partecipato a una cena sola.  

Sentiamo la teoria della Boccassini.
Le cito qualche passo della requisitoria. «La procura ritiene che è stato provato che l’imputato non solo era a conoscenza della minore età, ma ha fatto sesso con una minorenne. La storia della nipote di Mubarak è una bufala grossolana. Tutta la faccenda dimostra che era stato messo in piedi un sistema prostitutivo per il soddisfacimento dell’ex premier. Berlusconi non poteva non sapere che Ruby era minorenne, dato che lo sapeva Emilio Fede. Possiamo immaginare che una persona con cui aveva un rapporto di fedeltà come Fede non avesse detto a Berlusconi che aveva introdotto ad Arcore una minorenne? Non c’è dubbio che Ruby abbia fatto sesso con l’imputato e ne abbia ricevuto benefici. La ragazza è stata vittima del sogno italiano in negativo, quello che hanno le ragazze delle ultime generazioni i cui unici obiettivi sono entrare nel mondo dello spettacolo e fare soldi. È difficile credere che una ragazza possa avere mille euro in tasca facendo animazione, che vuol dire far ridere clienti stupidi. Ruby è una giovane di furbizia orientale. Non ha come obiettivo il lavoro, la fatica, lo studio, ma accedere a meccanismi che consentano di andare nel mondo dello spettacolo, del cinema. Al centro del sistema c’erano Fede, Mora e Minetti. Quest’ultima si barcamenava in un doppio lavoro: consigliera regionale alla luce del sole e, non alla luce del sole, gestire le case delle olgettine (le altre ragazze che partecipavano alle feste di Arcore – ndr)».  

Come ha risposto Berlusconi?
«Non mi è stato possibile ascoltare la requisitoria. Ho letto le agenzie. Che devo dire? Teoremi, illazioni, forzature, falsità ispirate dal pregiudizio e dall’odio, tutto contro l’evidenza, al di là dell’immaginabile e del ridicolo. Ma tutto è consentito sotto lo scudo di una toga. Povera italia!».