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 2013  maggio 10 Venerdì calendario

Appunti su Ada Negri

Io Donna, sabato 8 gennaio 2011
Rozza «Io non ho nome. – Io sono la rozza figlia / dell’umile stamberga; / plebe triste è la mia famiglia» (dalla poesia Senza nome).

Luce «Sta a Motta Visconti – questo lo si sa perché tutte le sue poesie portano ai piedi, a sinistra, questa indicazione. Ma chi è Ada Negri? Perché non scrive sull’ “Illustrazione Popolare”? Perché non esce fuori in piena luce e nessuno l’aiuta a uscir fuori?» (Sofia Bisi Albini sul Corriere della Sera, 1891).

Casa La casa di Motta Visconti, dove la luce è fioca perché alle finestre non vi sono vetri ma impannate di carta e il mobile più elegante è la cassa dei libri che serve da divano.

Portineria Ada, cresciuta nella portineria dove la nonna Peppina fa da custode alla villa dei signori Barni-Grisi, in corso di Porta Cremonese 59, a Lodi: un vano di passaggio, una stanza per la cucina e, dietro, la camera con il letto dove dormono tutte e tre, lei, la mamma e la nonna.

Ladra «Ladra, non è farina del tuo sacco» (donna Annunciata Barni ad Ada dopo aver letto alcuni dei suoi versi).

Annibale Annibale, fratello di Ada, che piccolissimo va a vivere da Annibale, zio di Ada. La mamma è costretta a cederlo al fratello, sposato ma senza figli, perché in portineria i padroni non lo vogliono.

Giuseppe Il padre, Giuseppe, vetturino, morto quando Ada aveva un anno. Per lei fu sempre «il marito di Vittoria».

Vittoria La madre, Vittoria, una lire e settantacinque per lavorare tredici ore al giorno in un lanificio.

Mano Mano nell’ingranaggio, la prima poesia di Ada, composta la sera che si rese conto che alla mamma, a casa per esser rimasta ferita in fabbrica, non avrebbero risarcito nulla.

Giustizia «Scrivere per Ada non ha niente a che vedere con l’arte, e non è neanche una possibile strada per la sua emancipazione. È un semplice atto di giustizia» (Elisabetta Rasy, Tre passioni, Bur).

Poeta «Sì, il libro deve essere l’uomo; perché l’opera d’arte sia completa deve palpitare e sanguinare in essa tutta l’anima del poeta. Io non metterà la dinamite in mano all’operaio, ma gli schiuderò davanti la immensa via dell’avvenire, che egli certamente calcherà, fermo, calmo, agguerito, rispettato e sereno».

Voce «Ha la voce piena di vento più che di parole» (Luigi Pirandello).

Fatalità Fatalità, la sua prima raccolta di poesie, pubblicata nel 1892, fu un successo: sette edizioni, traduzioni in Francia e in Germania, riconoscimenti in tutta Europa.

Odio «Un odio, un infrenato odio mortale, spiega ai miei versi l’ale».

Rettile «Come si può vivere con una persona che si odia fisicamente e che si disprezza intellettualmente fin dal primo momento di vita coniugale augurandogli come soluzione la fine? Ho l’animo sconvolto, mi pareva di vedere un rettile davanti a me scintillante con le squame dorate, ma velenoso» (Ada sul marito, Giovanni Garlanda).

Amori Due amori: quello per Ettore Patrizi, ingegnere socialista, e quello per Giovanni Garlanda, industriale biellese, dal quale si separerà qualche anno dopo il matrimonio.

Bacio «Su la mia bocca giovanile e pura / bacio è sventura» (dalla poesia Non posso).

Lucrezia Dell’Arti