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 2013  maggio 08 Mercoledì calendario

Cleveland, scoperte tre ragazze per 10 anni prigioniere in casa

• Nel pomeriggio di martedì Charles Ramsey, vicino di casa di Ariel Castro, autista di scuolabus di uno dei quartieri più poveri a Ovest di Cleveland, passa davanti alla villetta scrostata di Castro. Sente battere violentemente alla porta, si avvicina e scopre che a dare calci con tutta la forza che ha in corpo è Amanda Berry, scomparsa nell’aprile del 2003 dopo essere uscita da un vicino fast food alla vigilia del suo 17° compleanno. Berry chiama la polizia: «Mi cercate da dieci anni, sono qui». Gli agenti trovano nella casa altre due ragazze Gina DeJesus, scomparsa nel 2004 quando aveva 14 anni, e Michelle Knight, della quale non si avevano più notizie dal 2002, quando aveva 19 anni. Castro finisce in manette e identica sorte tocca ai fratelli Pedro e Onil, 54 e 50 anni, accusati dalla polizia di complicità nel sequestro delle donne. «Crediamo di avere in mano i responsabili dei sequestri» annuncia Ed Tomba, vicecapo della polizia di Cleveland, secondo il quale «il vero eroe è Amanda» per il coraggio dimostrato nel voler fuggire.  

• La prima stranezza arriva dagli esami medici a cui le sequestrate vengono sottoposte. «Sono in buone condizioni, è una situazione che non si vede spesso in simili casi» ammettono i dottori, che hanno esaminato anche la quarta persona trovata nella casa: una bambina di 6 anni, figlia di Berry, nata durante il rapimento. Gli agenti si trovano poi di fronte ai figli di Ariel Castro. Il maschio è uno studente, aveva scritto un articolo a scuola sulla DeJesus andando perfino a parlare con la madre. La femmina secondo Anthony Curious, vicino disoccupato di 24 anni, era «la migliore amica di Gina DeJesus». Gli interrogativi senza risposta sono molti: come è possibile che i figli non sapessero nulla delle donne detenute in casa? Perché mai Ariel Castro avrebbe rapito l’amica della figlia? [Molinari, Sta]  

• Poi ci sono i dubbi sui fratelli complici. John, che fa il cuoco part-time, e vive a due case di distanza da Castro, assicura che «Ariel lo conosciamo da anni, viveva da solo con i figli dopo il divorzio con la moglie» mentre Lucas Moyett, veterano della guerra in Corea, afferma il contrario: «I tre fratelli stavano assieme in quella casa, erano qui perché il quartier generale della famiglia è nello spaccio in fondo alla strada». Detenevano le donne nel seminterrato trasformato in bunker, con porte di ferro che si aprivano solo da fuori. [Vincenzi, Rep]  

• A parte il lavoro, Castro suonava ogni tanto con il Fuego, band di musica latinoamericana, e con i Los Boy’z Del Merengue. Ma arriva «sempre tardi» e per questo lo scaricarono. Poi un pacco di multe e una denuncia, nel 1993, quando picchiò la moglie Grimilda (morta un paio d’anni fa) dalla quale si separerà. Ariel ha molti nipotini e due figli. Arturo, il primogenito, che all’epoca della scomparsa di Gina aveva intervistato la madre per un giornale universitario. Emily che, se non è un caso di omonimia, è stata condannata a 25 anni di galera per aver cercato di uccidere il suo bimbo di 11 mesi. [Olimpio, Cds]  

• Charles Ramsey, il vicino che ha trovato per primo la ragazza: «Vedevo questo tipo ogni giorno, abbiamo persino fatto i barbecue insieme qualche volta. Metteva su la musica e ballavamo un po’ di salsa. Mai visto niente di sospetto». Poi: «Quando una ragazza bianca si butta tra le braccia di un uomo nero capisci subito che c’è qualche problema». [Vincenzi, Rep]