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 2013  maggio 08 Mercoledì calendario

Grasso: «Inutili i senatori a vita»

• Il presidente del Senato Pietro Grasso, in un’intervista a Radio Anch’io, ha rilasciato una dichiarazione perlomeno infelice, liquidando come inutili i senatori a vita. «Se ne può fare a meno» ha detto, «anche perché si tratta di una nomina che risale al periodo regio».  

• Sull’uscita di Grasso fa notare Breda (Cds): «Una sortita sbagliata in radice. In primo luogo per quel cenno alla stagione della monarchia, quando in realtà era “l’intero Senato italiano” a essere di nomina regia e ad vitam: una prassi prevista dallo Statuto Albertino e che non fu interrotta neppure durante il fascismo, per quanto anche Palazzo Madama sia stato investito dalla crisi dell’istituto parlamentare provocata dal regime mussoliniano. Ma nell’esternazione di Pietro Grasso c’è un altro aspetto che può essere considerato inutilmente controversiale (improvvido, stando al lessico con cui si esprimerebbe il Colle), dal punto di vista del capo dello Stato. Ossia il passaggio nel quale, secondo Grasso, la carica di senatore a vita – prevista dall’articolo 59, comma 1, della Costituzione – viene descritta alla stregua di un ferrovecchio istituzionale, di cui “si può certamente fare a meno”. Ora, basterebbe leggersi i verbali dei lavori preparatori della Costituente per sincerarsi dello spirito che ispirò la scelta di fare della Repubblica una “fonte di onori”, oltre che “di doveri”. Ecco spiegata la decisione di onorare cinque grandi italiani che abbiano “illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”, attribuendo loro il laticlavio senatoriale».