Rassegna, 7 maggio 2013
Armi chimiche in Siria, caos Onu
• L’aviazione israeliana è pronta a intervenire se le armi chimiche controllate dal regime siriano dovessero passare di mano. Ai ribelli (se ne impossessano) o ai miliziani libanesi di Hezbollah (le ricevono dai generali di Bashar Assad). Così hanno stupito le dichiarazioni di Carla Del Ponte, che ha accusato i rivoltosi di aver diffuso gas nervino. «Le nostre inchieste dovranno essere ulteriormente approfondite, verificate e accertate attraverso nuove testimonianze. Per quanto abbiamo potuto stabilire, al momento sono solo gli oppositori ad aver usato il sarin», ha detto domenica alla Radio svizzera italiana. Le frasi hanno stupito gli analisti e hanno stupito anche i colleghi dell’ex procuratrice generale al Tribunale penale internazionale per i crimini nell’ex Jugoslavia. Sono insieme nella commissione voluta nell’agosto del 2011 dall’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite e devono indagare i crimini commessi negli ormai due anni di guerra in Siria. «Vogliamo chiarire – scrivono in un comunicato – che non abbiamo raggiunto alcun dato conclusivo sull’uso di armi chimiche». [Frattini, Cds]
• Spiega Frattini (Cds): «Il regime di Assad e i ribelli si accusano a vicenda. In marzo hanno tutti e due chiesto un’inchiesta internazionale sulla morte di almeno 27 persone nel villaggio di Khan al-Assal nel nord del Paese. Altri video sono emersi dalla provincia di Aleppo: mostrano le vittime dell’attacco con la bava bianca alla bocca. “In questi conflitti — commenta nell’intervista Del Ponte — non ci sono buoni e cattivi. Per me sono tutti cattivi perché tutti, sia una parte sia l’altra, commettono crimini”. Il presidente Barack Obama e i diplomatici occidentali discutono invece da mesi come individuare i “buoni” tra i ribelli, ai quali far arrivare le armi e i soldi».