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 2013  maggio 06 Lunedì calendario

È morta Rossella Falk

• Si è spenta ieri, all’ospedale San Giovanni di Roma, l’attrice Rossella Falk, all’età di 86 anni. Nel foyer del Teatro Eliseo oggi l’apertura della camera ardente. I funerali saranno domani pomeriggio nella Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo.

• Rossella Falk, «due mariti, qualche affettuosa amicizia e il vero matrimonio teatrale con la Compagnia dei Giovani». [Porro, Cds]

• Fumarosa (Rep): «Ci ha lasciati un’artista cosmopolita che fu amica di Maria Callas (dedicandole poi due spettacoli) come anche di Jean Cocteau e Dirk Bogarde. Con lei scompare l’ultima levigata e avvenente snob del palcoscenico amatissima per le sue schiette radici romane, per il suo irresistibile naso statuario, per la sua natura di Greta Garbo italiana, e per la sua pionieristica scelta di preferire una famiglia teatrale (a suo tempo, la Compagnia dei Giovani) alle famiglie sentimentali, ma capace anche di un’insolita rinuncia d’opposto segno, come quando abbandonò le ribalte dal ’76 all’80 per andare incontro alle idee del secondo marito».

• «Studia recitazione e si laurea all’Accademia dal ’45 al ’48 su suggerimento di un ragazzo incontrato in tram, Giorgio De Lullo. Nell’Italia che andava scoprendo la regìa, la Falk lavora con il meglio (una capatina al Piccolo con Strehler), ma chi la valorizza è Luchino Visconti con cui fu Stella in Un tram che si chiama desiderio, nell’epoca del nuovo “scandaloso” teatro Usa. E due altri celebri allestimenti viscontiani, La locandiera di Goldoni e Tre sorelle di Cecov in un cast di star. Con De Lullo, l’amico Romolo Valli e la quasi deb di successo Annamaria Guarnieri (agli inizi c’era anche Buazzelli) forma nel ’54 uno dei sodalizi più raffinati e snob, la Compagnia dei Giovani che lancia Elsa Albani, il giovane Orsini, De Ceresa, Pernice, Giuffrè, De Frankovich, senza dire di Pier Luigi Pizzi scenografo costumista, di Lucherini che inizia da attore e diventa uomo marketing e di Patroni Griffi, dramaturg che scrive su misura successi come D’amore si muore e Metti, una sera a cena». [Porro, Cds]