Rassegna, 6 maggio 2013
Nuovo raid dei caccia israeliani in Siria
• Per la seconda volta in meno di tre giorni i caccia israeliani sono tornati a bombardare postazioni e depositi militari siriani, dove erano stivati missili pronti per essere passati agli hezbollah libanesi. La scorsa notte gli aerei da guerra si sono spinti fino alla periferia di Damasco colpendo Jamraya, una zona militare nei pressi dell’aeroporto, il comando della Guardia Repubblicana sul Monte Qasyoun e una terza batteria antimissile sempre nella stessa area. I media controllati dal regime hanno dato molto risalto alla notizia denunciando l’aggressione israeliana, le molte vittime dei bombardamenti e annunciando «che l’attacco apre adesso le porte ad ogni possibilità»: quasi una dichiarazione di guerra. E per ordine di Assad ieri sera diverse batterie missilistiche sono state puntate contro Israele. Barack Obama ha commentato: «Israele ha il diritto di difendersi». [Scuto, Rep]
• Sulla crisi siriana l’Occidente è titubante e indeciso. Rampini (Rep): «Da una parte Francia e Inghilterra sono favorevoli a un’azione più incisiva contro Assad. Dall’altra Obama, che affronta la prima grave crisi internazionale del suo secondo mandato, per i suoi detrattori appare “indeciso a tutto”. Perfino tra i media più vicini alla Casa Bianca, si moltiplicano le analisi impietose sul comportamento del presidente. Per il New York Times, Obama “si è messo in una trappola geopolitica, la sua credibilità è in gioco, ha poche opzioni buone”».