Rassegna, 6 maggio 2013
Letta: via l’Imu e nuova legge elettorale.
• In lunga intervista a Fabio Fazio a Che tempo che fa Enrico Letta ieri sera ha illustrato il suo programma di governo, ammettendo le difficoltà («non prometto miracoli»), ma facendosi vedere ottimista: «Ho più fiducia di dieci giorni fa». Ecco in pillole quello che ha detto il premier.
• «Non è il governo ideale, né per me né per gli italiani, io ho lottato per un governo diverso, di centrosinistra. Ma le elezioni sono andate come sappiamo, per colpa di una legge elettorale balorda si è creata ingovernabilità e bisognava trovare una via d’uscita. Ora va cambiata quella legge per non tornare a votare con una legge elettorale assurda». «La riforma si può fare con una legge ordinaria ma la riduzione del numero dei parlamentari va fatto con una legge costituzionale, quindi la procedura è più lunga. Volendo, bastano 7-8 mesi ma bisogna farla con la maggior determinazione possibile».
• «L’Imu non è una battaglia di Berlusconi, il suo superamento faceva parte dei programmi di tutti e tre i partiti politici che sostengono il governo. Vanno discussi i dettagli. Faremo un decreto per sospendere la rata di giugno che non verrà pagata».
• «Spero che non ci sia bisogno di una nuova manovra. L’aumento dell’Iva a luglio è più lontano: tenteremo di allontanarlo per avere tempo di lavorarci».
• «La cassa integrazione sarà rifinanziata: ma il tema delle tutele va ripensato. Sugli esodati bisogna dare una risposta: è tra gli impegni, perché gli effetti di incertezza creati dalla riforma delle pensioni, che per il resto ha avuto effetti stabilizzatori importanti, sono elevati. Vorrei che i cittadini tornassero a fidarsi dello Stato».
• «Abbassare le tasse sul lavoro per i neoassunti, per questo mi batterò in Europa e in Italia».
• «In un passaggio drammatico, non ce l’abbiamo fatta, si sono messi in evidenza i limiti. Ora ci vuole un congresso del Pd che a mio avviso deve essere fondativo. L’assemblea di mille persone non decide la linea, si decide un segretario e si convoca il congresso per dare a iscritti e militanti l’occasione per indicare la rotta del Pd che per me resta un’idea vincente per unire le differenze».