La Gazzetta dello Sport, 6 maggio 2013
Nella maggioranza di governo continuano a litigare (ieri, sullo ius soli), ma intanto il presidente del Consiglio ha cominciato i suoi tour televisivi, secondo un’abitudine inaugurata da Mario Monti

Nella maggioranza di governo continuano a litigare (ieri, sullo ius soli), ma intanto il presidente del Consiglio ha cominciato i suoi tour televisivi, secondo un’abitudine inaugurata da Mario Monti. Dobbiamo supporre che, essendo stato ieri sera da Fazio, adesso andrà da Vespa, a Ballarò, a Otto e mezzo, da Santoro eccetera.
• Che cosa ha detto?
I punti essenziali sono due. Primo, riguardo all’Imu: non si tratta di abolire la tassa, ma di rimodulare tutta la politica della casa. Sul superamento dell’Imu - ha detto - erano d’accordo tutti e tre i partiti dell’attuale maggioranza, dunque non si tratta di una battaglia di Berlusconi ed eventualmente di una vittoria di Berlusconi...
• Per il Cavaliere la linea da seguire è semplice: abolire l’imposta e restituire la prima rata. Lo ha ripetuto anche ieri. Altrimenti - dice - il governo cadrà.
Bisogna distinguere tra la guerra delle dichiarazioni e quello che poi concretamente si farà in Parlamento. Una crisi di governo, specie se a breve, aggraverebbe le condizioni del Paese. Le aziende di un Paese in crisi economica non fanno pubblicità. Le aziende del Cav hanno chiuso in rosso l’ultimo bilancio... È quello che si chiama «conflitto di interessi alla rovescia». Sulla casa Letta ha detto: «Riferirsi solo all’Imu è riduttivo, il crollo dell’edilizia ha buttato giù l’economia, anche per la botta che la tassa sulla casa ha portato. L’imposta andrà superata. Intanto interverremo per sospendere la rata di giugno con un decreto». Sapremo poi in che modo recupererà i due miliardi di giugno. E quelli dell’anno prossimo. Sull’Iva, che dovrebbe aumentare a luglio (dal 21 al 22%), non ha detto niente.
• Seconda questione?
La legge elettorale. Letta ha ribadito quando affermato nel discorso della fiducia: «Male che vada ripristineremo la legge precedente, cioè il Mattarellum». Ricorderà che il Mattarellum era un sistema misto, maggioritario per il 75%, proporzionale per il resto. Il primo ministro ha definito assurda la legge attuale e ha attribuito ai suoi meccanismi perversi il risultato delle elezioni e la nascita del governo attuale «che non è certo il governo ideale per gli italiani». L’unico guaio - ma Fazio non ha fatto purtroppo domande su questo punto - è che neanche il Mattarellum garantisce la stessa maggioranza alla Camera e al Senato. La legge elettorale dovrebbe quindi essere preceduta da un qualche depotenziamento del Senato, che tolga a quell’assemblea il potere di votare la fiducia. Per farlo ci vuole una legge costituzionale, con i quattro passaggi canonici (minimo un anno di discussioni). Se si procederà attraverso la Convenzione, ci vorrà più tempo e una moltiplicazione della litigiosità, dato che ci sarà la guerra per chi andrà a presiederla.
• Cos’è la storia dello ius soli?
Oggi il nuovo ministro dell’Integrazione, Cécile Kyenge, è andata da Lucia Annunziata e ha detto di aver già depositato un disegno di legge per cui chi nasce in Italia, anche se da genitori stranieri, è automaticamente cittadino italiano. È la regola che vige negli Stati Uniti (da noi impera lo ius sanguinis), ma c’è stata una levata di scudi del centro-destra, a cui il presidente Letta ha dato sostanzialmente ragione: «Vedremo se riusciremo a trovare un’intesa, la questione della cittadinanza mi sta a cuore, ma è fuori programma. Ci sono cose più urgenti da affrontare, come ad esempio il finanziamento pubblico ai partiti e la riduzione dei costi della politica, su cui bisogna intervenire subito». Era stato lui in persona a chiamare la Kyenge e a offrirle il ministero.
• La questione della cassa integrazione da rifinanziare?
Non ha spiegato come, ma ha detto che sarà fatto. Non vuole mettere una toppa, ma riformare il sistema. Bisogna trovare un miliardo e mezzo per 700 mila lavoratori. Il premier vuole anche abbassare le tasse per le imprese che assumono giovani e rendere possibile un ammorbidimento della legge sulle pensioni: man mano che i vecchi escono dal sistema, si favorisce l’ingresso di giovani... Soprattutto, Letta non intende procedere indebitando ulteriormente il Paese. «Noi non chiederemo di fare nuovi debiti perchè l’Italia ne ha fatti troppi in passato e li pagano le giovani generazioni. Io a nome di una generazione penalizzata penso di dovermi prendere un impegno: mai più i debiti. La logica di fare più debiti è sbagliata».
• Sul Partito democratico?
Invoca un «congresso fondativo». Serve un segretario «per dare ai nostri elettori la possibilità di guardare lontano». Aggiunge che il Pd non è finito, «l’idea di mettere insieme le differenze è ancora vincente».