Fior da fiore, 5 maggio 2013
Lo Stato inquilino ci costa 12 miliardi di affitti • I tutor della spesa che fanno risparmiare il 30 per cento • Italiani che adottano online mucche e maiali • La Norvegia compra spazzatura per riscaldarsi e produrre energia • Il farmacista che ha sparato a moglie e figli e poi s’è annegato in piscina
Affitti «Su Panorama Giuseppe Cordasco ha rivelato l’esistenza di una stima secondo cui lo Stato italiano ha in affitto dai privati qualcosa come 10.108 immobili, con un costo annuale di un miliardo 215 milioni di euro. Ovvero, poco meno di un terzo del gettito dell’Imu sulla prima casa. Ma è una stima per difetto, se si considera l’immenso capitolo degli affitti passivi delle Regioni, delle Province e dei Comuni. Voci che potrebbero addirittura moltiplicare per dieci quel numero, facendolo salire all’incredibile valore, secondo valutazioni che circolavano qualche settimana fa tra i ministri del governo di Mario Monti ormai sull’uscio di Palazzo Chigi, di 12 miliardi di euro. Il triplo dell’Imu sulla prima casa. La casistica è semplicemente sterminata: basti l’esempio del Comune di Roma, proprietario di migliaia di immobili, capace di spendere 14 milioni l’anno per affittare i locali e i servizi delle commissioni e dei gruppi politici del consiglio comunale. Tutto questo, per giunta, in assenza della doverosa trasparenza nonostante una legge approvata il 24 marzo dello scorso anno imponga a tutte le amministrazioni l’obbligo la pubblicazione online dei contratti d’affitto» (Sergio Rizzo, Cds)
Spesa 1 I «tutor della spesa», nuove figure inventate dalla Coldiretti per aiutare gli italiani a risparmiare il 30 per cento del budget mensile dedicato all’alimentazione, ai detersivi e alla cura del corpo. Un’iniziativa anti-crisi che partirà a giugno dai mercati firmati Campagna Amica, la rete di produttori agricoli certificata dalla Coldiretti. Si comincerà dai capoluoghi di Provincia per poi arrivare in tutti i settemila punti vendita d’Italia. L’intenzione è approdare anche nelle scuole elementari e medie per impartire vere e proprie lezioni di risparmio ai bambini. A elargire i consigli saranno funzionari e agricoltori formati ad hoc per l’occasione. Tra le dritte suggerite dai tutor: lavare le posate d’argento nell’acqua di cottura delle patate; preparare una maschera di bellezza con un cucchiaio di farina, uno di latte e uno di miele; raccogliere frutta e verdura direttamente dal produttore, secondo il metodo del «pick your own»; adottare un maiale e una mucca online (su siti come www.corteroeli.com, www.agricoltura-settimocielo.it, www.adottaunmaiale.it, www.carnesicura.it), per avere carne di ottima qualità a un prezzo conveniente (Alessandra Dal Monte, Cds).
Spesa 2 Secondo la Coldiretti, oltre 100 mila italiani hanno già adottato online piante e animali, il commercio al dettaglio è calato del 2,2 per cento in un anno in favore della spesa sul web o dal produttore e in tantissime città i Comuni creano orti urbani da dare in gestione agli abitanti (oltre 1,1 i milioni di metri quadrati di terreno coltivati così). (ibidem)
Spazzatura 1 La Norvegia, dove la gente ricicla quasi la metà di ciò che butta e lascia un misero 2 per cento alla discarica, ha finito la spazzatura e non sa più come riscaldarsi e produrre energia. «Per fortuna ci siamo noi. A compensare il deficit di spazzatura dell’Europa del Nord (Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania, Olanda e Belgio le nazioni che si affidano di più gli inceneritori) ci pensano Italia, Gran Bretagna, Spagna e Francia: paesi ancora molto affezionati alle discariche. Per le capitali virtuose, l’affare è vantaggioso due volte. La prima perché sono gli stessi esportatori a pagare le balle di rifiuti spediti via treno o via nave. La seconda perché il calore e l’elettricità generati dalle centrali a spazzatura riscaldano e illuminano le città, permettendo di risparmiare petrolio. La Norvegia, grazie all’energia dei rifiuti e a quella idroe-lettrica, può permettersi di vendere gli idrocarburi che estrae. Oslo, una città di quasi un milione e mezzo di abitanti, riscalda le sue scuole e metà delle abitazioni con gli scarti domestici. La Svezia, che con la spazzatura dà elettricità a 13 milioni di abitanti e calore a 12 milioni (riscaldando 810mila case, il 20% del totale), può permettersi di risparmiare ogni anno 1,1 milioni di metri cubi di petrolio, secondo i dati dell’agenzia nazionale Swedish Waste Management. Tra i paesi che trattano i rifiuti come una risorsa e quelli per cui la spazzatura è un problema si sta sviluppando così una nuova autostrada commerciale. A un prezzo di 100-150 euro a tonnellata (a seconda di quanto la spazzatura sia umida o secca, quindi capace di generare energia) il mercato è ancora limitato a una manciata di milioni di tonnellate, ma è in continuo aumento in un mondo alla disperata ricerca di fonti di energia compatibili con l’ambiente» (Eleonora Dusi, Rep.).
Spazzatura 2 Bruciando 4,4 milioni di tonnellate di rifiuti negli inceneritori del paese, ogni anno la Svezia immette nell’ambiente solo un grammo di diossina. Tra la fornace in cui la spazzatura brucia a mille gradi e il camino esterno che rilascia i fumi nell’atmosfera corrono diverse decine di chilometri di tubi. Al loro interno i prodotti della combustione vengono trattati e filtrati, catturando quasi tutte le sostanze tossiche e rilasciando alla fine vapore acqueo e anidride carbonica. Profu, un’agenzia di consulenza specializzata in commercio internazionale dei rifiuti, calcola che dalle discariche viene rilasciato nell’atmosfera un gas serra molto più potente dell’anidride carbonica: il metano. E traducendo il potere inquinante del metano in CO2, risulta che bruciare una tonnellata di spazzatura anziché gettarla in discarica fa risparmiare l’equivalente di 500 chili di anidride carbonica (ibidem).
Spazzatura 3 A Roskild, in Danimarca, la costruzione dell’Energy Tower che brucia rifiuti e genera calore ed elettricità è stata affidata a una gara internazionale di architetti. Il vincitore, l’archistar olandese Erick van Egeraat, si è ispirato alle «cattedrali nordiche» e a «un faro nella notte». Ma l’impianto più caratteristico è quello di Spittelau a Vienna. Situato in pieno centro cittadino, oltre a riscaldare l’ospedale vicino, con le sue piastrelle colorate e il globo in cima alla ciminiera viene citato nelle guide turistiche della città (ibidem).
Delitto Maria Chimenti, 55 anni, imprenditrice e vicesindaco di Sannicandro di Bari, Claudio Piccolo, 24 anni, e Letizia Piccolo, diciannovenne con la sindrome di Down. Rispettivamente, moglie e figli del farmacista Michele Piccolo, 55 anni, che l’altro pomeriggio, chissà perché, con una pistola automatica sparò alla testa di moglie e figlia, poi aspettò che nella bella villa di famiglia rientrasse l’altro figlio Claudio, 24 anni, e sparò alla testa pure a lui. Quindi andò in paese a consegnare dei farmaci a un suo cliente, Francesco Perniola, che lo vide «tranquillo, per niente nervoso», e infine tornò a casa e dopo aver mandato giù dei barbiturci cacciò la testa sotto il telone della piscina e rimase con la faccia sott’acqua finché il suo cuore smise di battere. Venerdì 3 maggio in una villa alle porte di Sannicandro, comune di 9.800 abitanti a un quarto d’ora da Bari.
(a cura di Roberta Mercuri)