Rassegna, 3 maggio 2013
Bufera su Becchi: «Non lamentiamoci se c’è chi prende i fucili»
• Paolo Becchi, docente universitario a lungo considerato ideologo del Movimento 5 Stelle, intervenendo alla Zanzara di Radio24, ha detto: «Se qualcuno tra qualche mese prende i fucili, non lamentiamoci, abbiamo messo un altro banchiere all’Economia, Saccomanni». In un inciso ha detto «sto scherzando». Poi ha continuato. E se ai 5 Stelle venissero negate la presidenze Copasir e Vigilanza? «Sarebbe un golpettino, non è una follia pensare che uno possa prendere le armi». E ancora, citando Mao: «Le rivoluzioni non sono pranzi di gala». Si è scatenata la bufera, con Pd e Pdl ad accusare Becchi e il M5s di apologia della violenza. Tanto che in serata Beppe Grillo è stato costretto a precisare con un tweet: «Becchi non rappresenta il movimento».
• Racconta Trocino sul Cds: «Alle 15.30, il capogruppo al Senato dei 5 Stelle Vito Crimi arriva al Teatro Eliseo di Roma, ospite inconsueto (e un po’ imbarazzato) di un raduno di sinistra organizzato da Left in onore di Stefano Rodotà. Qui lo intercettiamo per chiedergli conto delle parole di Paolo Becchi. Che, prima di parlare di fucili e rivolta armata, aveva detto: l’attentato di Palazzo Chigi ha “favorito” il governo Letta. Crimi non si scompone né si dissocia: “Mi pare normale che lo dica, non lo trovo scandaloso. Accade sempre così con attentati e stragi, che ci sia una reazione che consolidi il potere. Guardiamo al ’92 e all’elezione di Scalfaro”. Ma dire questo non significa essere a un passo dal parlare di “stragi di Stato” e “strategia della tensione”, come negli anni 70? “Eh, la strategia della tensione c’è e c’è stata”. C’è o c’è stata? “Boh, chi lo sa? Non sappiamo se l’attentato di Preiti è stato l’atto di un singolo oppure no”».