Rassegna, 29 aprile 2013
Islanda: vince la destra. Schiaffo all’Ue
• In Islanda le elezioni sono state vinte dal centrodestra, lo stesso che aveva condotto il Paese alla bancarotta finanziaria nel 2008. Puntando in campagna elettorale sulla promessa di mettere fine all’austerità con tagli alle tasse e lanciando slogan contro l’Ue, il Partito Indipendente e il Partito del Progresso hanno ottenuto la maggioranza dei seggi in Parlamento (38) prendendo rispettivamente il 26,7% ed il 24,5% dei voti. Crollati i partiti dell’alleanza di governo (socialdemocratici e verdi). Il partito dei Pirati raggiunge il 5,1%.
• La Mastrobuoni (Sta) sull’Islanda: «Va ricordato che negli anni 2000 l’Islanda si era trasformata in un gigantesco polo finanziario: le prime tre banche valevano dieci volte il Pil. Quando fallirono, nel 2008, furono nazionalizzate ma per lo Stato non ci fu scampo: fallì. Per limitare i danni Reykjavik decise con un referendum di non ripagare molti debiti, facendo infuriare il Regno Unito e i Paesi Bassi, i due maggiori creditori. Ma ora il Partito del Progresso di Signundur David Gunnlaugsson ha raddoppiato i voti promettendo un altro taglio del debito ai danni dei creditori stranieri per ottenere risorse per uno sconto del 20% sui mutui immobiliari appesantiti da un’inflazione a due cifre».